“Chi l’avrebbe mai detto che venivo qui a salutare il mio sindaco…”. Mentre sale i gradini di palazzo delle Aquile, Antonio Di Pietro è raggiante. “Io in Leoluca Orlando ci ho sempre creduto: i fatti mi hanno dato ragione” dice il leader di Italia dei Valori un attimo prima di salutare il sindaco di Palermo. “Fatemelo abbracciare e poi potete fare tutte le domande che volete” ha scherzato Orlando, che ha consegnato al presidente del suo partito la medaglia commemorativa della città.
Nel giorno del ventesimo anniversario della strage di via d’Amelio, Di Pietro non poteva non commentare l’azione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nei giorni scorsi ha sollevato un conflitto d’attribuzione contro la procura di Palermo di fronte alla Corte Costituzionale.
“Il capo dello Stato – ha detto Di Pietro – ha spedito una lettera ai familiari di Paolo Borsellino, in cui formalmente dice non ci sarà alcuna ragion di Stato a coprire la verità sulla strage di via d’Amelio. Sarebbe il caso che anche nei comportamenti del presidente non ci fosse alcuna ragion di Stato per disturbare i magistrati che indagano: perché sollevare conflitto d’attribuzione davanti la Consulta contro la procura non è nient’altro che una ragione di Stato”. Orlando e Di Pietro hanno quindi raggiunto via d’ Amelio, dove è in corso il presidio del popolo delle agende Rosse.