Il presunto capomafia e la politica | Dina: "Parole travisate" - Live Sicilia

Il presunto capomafia e la politica | Dina: “Parole travisate”

Il deputato regionale Nino Dina

I carabinieri hanno registrato le trasferte di Antonino Di Marco a Palermo per incontrare Carmelo Cuccia, sindaco di Palazzo Adriano, e fare visita alla segreteria politica del presidente della commissione Bilancio dell'Ars. La replica: "Travisate le parole dei pm, pronto a riferire ai magistrati"

LE INTERCETTAZIONI
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PALERMO – E saltano fuori anche i contatti tra mafia e politica. Contatti su cui le verifiche degli investigatori sono ancora in corso.

Antonino Di Marco, considerato il personaggio chiave dell’inchiesta sfociata oggi nel blitz fra Palazzo Adriano e Corleone, è stato pedinato per mesi. Era uno che si muoveva parecchio. Tra le sue trasferte registrate dai carabinieri del Gruppo Monreale ci sono pure quelle per incontrare, a Palermo, Carmelo Cuccia, sindaco di Palazzo Adriano, e Nino Dina, deputato regionale dell’Udc e oggi presidente della commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana.

Nel primo caso le microspie hanno intercettato Di Marco mentre ripassava le parole che avrebbe dovuto pronuncia davanti al primo cittadino. Nel secondo, l’insospettabile custode del campo sportivo è stato filmato mentre entrava nella segreteria politica di Dina. Su questi contatti sono in corso gli accertamenti della Procura.

Agueci: “Cosa nostra votò Dina”

“Risulta dalle indagini che Cosa nostra ha indirizzato i suoi consensi verso Nino Dina, poi eletto all’Ars con moltissime preferenze proprio nella zona di competenza del clan”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci intervenuto alla conferenza stampa che ha illustrato l’indagine dei carabinieri che ha portato al fermo di 5 mafiosi del corleonese. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se il parlamentare regionale dell’Udc sia indagato per voto di scambio, il magistrato ha risposto: “si tratta di fatti precedenti alla nuova formulazione del reato di voto di scambio. La vecchia norma prevedeva la contropartita economica che a noi, in questo caso, non risulta. Potendo ampliare la fattispecie, che ora parla genericamente di ‘altre utilità’ in cambio dei voti, probabilmente avremmo fatto valutazioni diverse”. Agueci ha anche detto che “non c’è la prova che Cosa nostra abbia ricavato dei vantaggi in cambio del certo sostegno elettorale a Dina”. (agenzia Ansa delle 11:28)

La replica di Nino Dina

“Leggo con apprensione e disgusto le notizie che vengono riportate dagli organi di stampa sull’operazione antimafia denominata “Grande Passo” perché mi sento coinvolto mio malgrado in circostanze e/o fatti destituiti da ogni fondamento. Per di più leggo con maggiore amarezza che vengono travisate e modificate da parte delle agenzie di stampa Ansa e Adnkronos e conseguenzialmente da siti come Livesicilia e Giornale di Sicilia le parole e le dichiarazioni rese dal procuratore della Repubblica Leonardo Agueci che a chiare lettere riferisce di “voti in gran mole andati ad un politico eletto nelle territorio di Palazzo Adriano” che certamente non sono io che ho ottenuto solo 52 voti. È chiaro, quindi, che siamo di fronte a gravissimi travisamenti e distorsioni della verità. Del resto, a riprova, l’agenzia Agi riferisce correttamente le parole del procuratore Agueci. Mi spiace, inoltre, che in una indagine di mafia così delicata persino le parole del procuratore di Palermo vengano travisate magari perché far pensare che il politico invischiato sia Nino Dina, parlamentare regionale e presidente della commissione Bilancio, abbia maggiore risalto rispetto ad un nome minore di un politico locale, così come peraltro indica lo stesso Agueci. Per tutti gi altri aspetti, ed anche per la presenza nella mia segreteria politica di uno degli odierni arrestati potrò riferire subito anche ai magistrati anticipando che tale soggetto non è mai stato un mio referente politico e che darò anche evidenza dei motivi della sua presenza, fornendo dettagli appena concluderò le verifiche che ho avviato in segreteria. Infine, a scanso di ulteriori equivoci, voglio chiarire che anche a Corleone, paese di 12 mila abitanti, ho preso un numero di voti modesto (130 voti) e che sia in questo citato comune che a Palazzo Adriano i miei referenti politici sono semmai consiglieri e assessori comunali titolari del risultato raggiunto. Per le informazioni fasulle circa le dichiarazioni di Agueci riportate da Ansa, Adnkronos ed anche Livesicilia e Gds, così come per quanti tra organi di informazione propalassero tali assurdità, adirò le vie legali”. Lo afferma Nino Dina, parlamentare regionale e presidente della Commissione Bilancio dell’Ars. (comunicato stampa 13:40)


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