CATANIA – “La denuncia da parte dei commercianti di Librino è un bel segnale per tutto il quartiere”. Lo dice a LiveSicilia il presidente dell’Associazione antiracket antiusura etnea Asaae Gabriella Guerini, dopo le manette scattate ai polsi di due presunti estortori del clan Santapaola-Ercolano, Raffaele Marino e Salvatore Guglielmino, che volevano ricattare il gestore di un supermercato nel quartiere-satellite della città.
“Sicuramente qualcosa si muove – continua Guerini – è da un po’ di tempo che si vedono commercianti che denunciano e sono davvero meritori perchè, in un posto come Librino, danno l’esempio. E vedranno che effettivamente gli estortori verranno arrestati, le persone riusciranno a recuperare ed andare avanti tranquillamente. Quello che è accaduto è una cosa bellissima”. Certamente, ci sono difficoltà: “la prima cosa da fare – continua il presidente Asaae – è la denuncia. Perchè se si denuncia si è più tranquilli: i malviventi cercheranno i fare paura alla propria vittima, ma dopo la denuncia Polizia e Carabinieri saranno vicini, controlleranno passo passo quello che succede. Il rischio è minimo: se. invece, si comincia a pagare diventa tutto più pericoloso, perchè poi si viene considerati un “capitolo di entrate”, come un’entrata fissa. E’ importante rifiutarsi di pagare il pizzo sin dalla prima volta: è la cosa giusta da fare”. Esattamente come è avvenuto nel caso del supermercato, che ha ricevuto la visita dell’estortore subito dopo l’apertura della sua attività commerciale, e ha subito detto “no” al ricatto mafioso denunciando tutto ai Carabinieri.
Marino e Guglielmino, incastrati dalle indagini dei militari, oltre ai soldi pretendevano pure di fare la spesa gratis: “E’ uno dei metodi più usati dai malviventi – spiega il presidente Asaae – e questo succede a gran parte dei negozianti: se gli estortori chiedono il pizzo ad un gelataio si prenderanno anche il gelato, se lo chiedono ad un negoziante di calzature pretenderanno scarpe nuove”.