"No all'austerity" |Le voci della protesta - Live Sicilia

“No all’austerity” |Le voci della protesta

La Cgil porta in piazza 5000 persone. Dagli studenti, ai precari, fino ai Vigili del Fuoco. Tutti a dire “no all’austerità imposta dai vertici dell’ Unione Europea”. La Uil ha fatto un sit-in ed ha presentato al prefetto una lettera per il premier Monti

Manifestazione della Cgil
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CATANIA – Una “fiume rosso” ha attraversato stamane il centro cittadino. Erano in 5000, stando ai dati forniti a LiveSiciliaCatania dalla Questura. Una mobilitazione generale che ha letteralmente “bloccato Catania”, indetta dalla Cgil contro le misure di Austerity imposte dai vertici dell’Ue, ma anche per “rilanciare il lavoro a Catania” e per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga”.

“Siamo in piena emergenza sociale –  spiega Angelo Villari – oramai è sotto gli occhi di tutti.  La Cgil ha scelto di aderire a questa protesta per reclamare lavoro e solidarietà. L’ Europa ha un debito sociale, non esclusivamente monetario”. Con lui in piazza c’erano anche i rappresentanti dell’Unione degli universitari, costola studentesca della Cgil: “Protestiamo – spiega Cristopher Gaziano- perché siamo convinti che il grigiore dell’austerità si abbatterà anche su di noi studenti una volta usciti dalle università”. Problema analogo è quello che si pongono gli studenti dell’istituto tecnico commerciale Gemellaro di Catania, uno dei tanti istituti scolastici che ha aderito alla mobilitazione di oggi , che si chiedono se “gli studenti medi un domani  potranno ancora iscriversi all’Università”.

In piazza c’era  anche Alexander Beraki, studente universitario e operatore delle telecomunicazioni: “Siamo in piazza contro una politica che sta andando tutta a detrimento dei ceti meno abbienti di tutto il continente. Il nostro settore sta pagando in prima persona questa crisi, il nostro contratto nazionale non viene rinnovato da ben quattro mesi”.     Vivono uno stato di precariato permanente “i discontinui” dei Vigili del Fuoco, presenti in piazza con le divise d’ordinanza. “Chiediamo al governo di essere regolarizzati”, a riferirlo è Daniele Barbagallo: “Noi sottoscriviamo contratti di venti giorni per un massimo di 120 giorni all’anno, Siamo un corpo dentro il corpo. Siamo quelli che –continua- rispondono al centralino e che intervengono durante gli incendi. Siamo come gli altri, ma non abbiamo gli stessi diritti. Alcuni di noi –ha concluso- vivono questa condizione da  ben venticinque anni”.

A sostegno della Cgil c’è anche una delegazione dei Comunisti italiani capitanati da Orazio Licandro. “Siamo contro la subordinazione della politica alle banche – lo ha spiegato a LiveSiciliaCatania  il consigliere provinciale Pdci Antonio Tomarchio- questa è la nostra critica al governo Monti. Noi come partito della sinistra –aggiunge-  siamo affinché sia ristabilito il primato della politica sull’economia”.   Si fanno vedere in piazza anche gli attivisti del  Forum catanese acqua bene comune: “presenti oggi -spiegano- per sottolineare gli effetti delle politiche di austerità sulla gestione dei servizi pubblici locali fra cui l’acqua: i tagli alla spesa pubblica, infatti, si traducono in politiche di privatizzazione determinando l’aumento delle tariffe, diminuzione della qualità dei servizi e delle tutele dei lavoratori!”.

Arrivano alcuni distinguo però da parte della Uil catanese che non ha aderito al corteo,  ma che ha organizzato in contemporanea un sit-in di protesta davanti alla Prefettura. “In un momento di grave crisi per le famiglie -spiega Angelo Mattone – di spaventoso allargamento della platea dei vecchi e nuovi poveri, non potevamo chiedere altri sacrifici con altre ore di sciopero. Abbiamo scelto la proposta, ancor prima della protesta”.

Non ha aderito allo sciopero la Cisl che ha ha preferito organizzare manifestazioni e incontri di approfondimento per costruire proposte e strategie utili a uscire dalla crisi.

 

“In un clima avvelenato di difficoltà ed esasperazione – spiega Alfio Giulio, segretario generale della Cisl di Catania – segnato dagli episodi di attacco squadrista alle sedi sindacali dei giorni scorsi, lo sciopero ha portato in alcuni casi ad azioni di protesta violenta e indistinta di nessuna utilità per risolvere i problemi dei lavoratori”: Ecco perché la Cisl ha scelto un’altra strada: in Sicilia, è stata impegnata in un percorso di formazione finalizzato a specializzare i propri dirigenti sindacali. “Numerosi dirigenti e rappresentanti della Cisl catanese – aggiunge Giulio – hanno partecipato agli appuntamenti territoriali che hanno l’obiettivo di sviluppare in ogni realtà una rinnovata capacità contrattuale sui processi di ristrutturazione, riorganizzazione e risanamento che scaturiranno dagli obblighi normativi e dalla grave crisi strutturale che colpisce gli enti locali, la Regione e le società erogatrici dei servizi.”

Tra i distinguo anche quello di Mariano Ferro, leader carismatico del movimento de “I forconi”, lo stesso in piazza ma da “curioso”: “Le manifestazioni non servono. La sinistra è convinta di risolvere le grandi questioni europee attraverso i volantini, ma non basta. O c’è una sommossa di tutte le parti sociali unite, o affonderemo tutti, magari gridando. Il punto è che – conclude Ferro –  siamo davanti ad un Regime e come tale bisogna demolirlo”.


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