PALERMO – Ester Bonafede torna a parlare del suo stipendio da assessore regionale al Lavoro, ma stavolta lo fa su Rai Uno, all’Arena di Massimo Giletti. Pochi minuti che le sono serviti a chiarire – ancora una volta – che lei, dei 5.440 euro al mese che incassa per la sua delega, non si è mai lamentata.
“Com’è andata? Ero con il presidente Rosario Crocetta – spiega ancora una volta l’assessore – alla bouvette dell’Assemblea regionale, c’era anche qualche giornalista. Parlavamo dei costi della politica, della spending review, del decreto Monti che l’Ars ha approvato i primi di gennaio, e dei compensi degli assessori. Una giornalista, ad un certo punto, mi ha chiesto quanto guadagnassi, e io ho risposto: ma ho dato solo la cifra, che il mio commercialista aveva calcolato qualche giorno prima”.
La Bonafede, quindi, ribadisce: “Non mi sono mai lamentata, né ho mai pensato di guadagnare troppo poco”. E riguardo all’accostamento con gli stipendi dei dipendenti dell’Ars, o del capo di gabinetto dell’assessore, chiarisce: “Sono stati i giornalisti a chiedermi se guadagnassi di meno del mio capo di gabinetto, ho risposto che in realtà non lo sapevo. Ma adesso posso confermare che non è vero”.
Un’arringa autodifensiva che ha fatto tornare attuale il tema dei costi del parlamento regionale nel salotto domenicale di Rai Uno. Sul banco degli imputati, ancora una volta, gli stipendi dei dipendenti di Palazzo dei Normanni. “Cifre inaudite – per Giletti – che arrivano addirittura a 14.000 euro al mese per un dattilografo”.
L’assessore conferma: “E’ vero che all’Ars politici e dipendenti guadagnano di più che a Palazzo d’Orleans (sede della presidenza della Regione, ndr), ma i costi del parlamento regionale sono forti dello Statuto siciliano, che li omologa a quelli del Senato”. I tagli, però, ci sono stati. E la Bonafede ammette: “Se fossi stata assessore cinque anni fa, avrei preso 17.000 euro al mese”.