"Non proteggete i politici" | Grillo indagato per Raciti - Live Sicilia

“Non proteggete i politici” | Grillo indagato per Raciti

Beppe Grillo

Ricordate la protesta dei Forconi e la lettera del leader a Cinque Stelle? Ecco perché Beppe ha incrociato, suo malgrado, la strada di Fausto.

I Forconi
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PALERMO- C’è una vicenda di cronaca che lega Fausto Raciti, candidato dei renziani al congresso del Pd in Sicilia, e Beppe Grillo. Il leader del Movimento Cinque Stelle rischia per alcune sue affermazioni. E rischia proprio per un esposto di Raciti.

Il processo e l’indagine
I guai giudiziari di Grillo non sono pochi. La Procura di Torino ha chiesto la condanna a nove mesi di reclusione del comico genovese – questa è la notizia di oggi – nel contesto di un processo scaturito da una delle dimostrazioni dei No Tav in Val di Susa. Oltretutto – elemento salito mediaticamente alla ribalta, grazie alla prima notizia – il comico genovese è indagato – secondo quanto si apprende – per le sue dichiarazioni a margine della protesta dei Forconi, quando  incitò gli agenti a smettere di proteggere i politici. Fu proprio il coordinatore dei giovani del Pd, Fausto Raciti, a presentare un esposto.

“Non proteggete i politici”
I pm genovesi – il procuratore aggiunto Nicola Piacente, i sostituti Federico Manotti e Silvio Franz – hanno aperto un fascicolo su Beppe Grillo, per “istigazione di militari a disobbedire alle leggi”. Il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, ha chiarito che il leader del M5S “non è indagato a Genova ma da altre procure”. Sotto i riflettori la lettera del comico genovese ai vertici di polizia, esercito e carabinieri, per invitarli a non schierarsi a protezione dei politici italiani, nei giorni della protesta dei Forconi.  I pm liguri hanno unificato in un solo fascicolo, le carte giunte dalle procure di Roma, Bergamo e Teramo e confluiti a Genova per competenza territoriale. In mattinata si era diffusa la notizia che Grillo fosse indagato per “istigazione alla disobbedienza” a Genova, da qui la precisazione del procuratore Di Lecce.

L’esposto
La lettera provocò una serie di reazioni. Fu proprio Fausto Raciti, a scorgere in quella esortazione alla ribellione un un reato. La missiva grillina, del 10 dicembre scorso, accompagnò le manifestazioni dei Forconi e il gesto di alcuni agenti addetti all’ordine pubblico che a Torino, Genova e Milano si sfilarono il casco protettivo. “Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di finanza a Torino si sono tolti il casco – scrisse Grillo – si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. E’ stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari”.

La lettera proseguiva così: “Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l’Italia cambierà. In alto i cuori”. Libertà di pensiero? Istigazione a delinquere? Si vedrà.


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