Noto, sequestrata ex discarica |Tra gli indagati il sindaco - Live Sicilia

Noto, sequestrata ex discarica |Tra gli indagati il sindaco

Bomba ecologica in contrada Bommiscuro.

"Inquinamento ambientale"
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SIRACUSA – Inquinamento ambientale e rifiuto di atti d’ufficio sono i reati contestati, tra gli altri, al sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, nell’operazione che ha portato oggi al sequestro della ex discarica di contrada Bommiscuro, in territorio netino. Una bomba ecologica, non più attiva dalla metà degli anni 90, che avrebbe dovuto essere bonificata e che invece sarebbe stata lasciata libera di rappresentare una fonte di rischio ambientale. Questo è venuto fuori dalle indagini condotte dal nucleo di polizia giudiziaria dei Nictas, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Siracusa Margherita Brianese e dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano. Il gip del tribunale di Siracusa ha accolto così, oltre alla richiesta di sequestro del sito, anche la contestazione del reato di inquinamento ambientale per G. S., amministratore unico della società che gestisce il sito e per G. C. proprietario della stessa. Mentre per il sindaco della città netina, Corrado Bonfanti, le contestazioni sono di inquinamento ambientale e di rifiuto di atti d’ufficio. Durante l’attività d’indagine i Nictas hanno acquisito documenti da vari organi amministrativi, Comune di Noto, Libero consorzio, Arpa e assessorato regionale all’Energia, e fatto sopralluoghi. Ne hanno dedotto che “nessuno dei soggetti, pubblici e privati, normativamente tenuti alla realizzazione degli interventi di bonifica si è mai concretamente attivato, bonificando e mettendo in sicurezza il sito contaminato”. Si sarebbero limitati a “mere e sterili attività”, lasciando nei fatti che “lo stato della discarica si perpetuasse e continuasse a rappresentare una fonte di rischio ambientale costante”. L’obbligo di messa in sicurezza e bonifica delle discariche “post mortem” è legge dello Stato: i rischi cui solitamente espongono il territorio circostante le discariche dopo la chiusura, sono quelli derivanti dalla formazione di percolato o di biogas. Il primo è un rifiuto speciale che si insinua nella falda e contamina i terreni, il secondo genera incendi da cui scaturiscono diossine. La custodia del sito è stata affidata al dirigente generale del dipartimento regionale Acqua e rifiuti, Maurizio Pirillo.


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