Nuova Iside, lacrime e preghiere "Il porto è vuoto senza di voi" FOTO - Live Sicilia

Nuova Iside, lacrime e preghiere| “Il porto è vuoto senza di voi”

I pescatori di Terrasini e la tragedia di Matteo, Giuseppe e Vito. "Erano parte della nostra famiglia". FOTO

TERRASINI (PALERMO) – Lungo quella banchina c’è soltanto un breve tratto vuoto. E’ lì, dove adesso è stata poggiata una rosa bianca, che il Nuova Iside attraccava, è lì che Matteo, Giuseppe e Vito arrivavano dopo dure giornate di lavoro in mare. “Ma erano sempre sorridenti. Nonostante la fatica, la stanchezza e, a volte, una pesca deludente. Ci manca ogni cosa di loro, il porto è vuoto adesso. Qui siamo tutti una famiglia”. Ed era proprio l’abbraccio di una famiglia che accoglieva i tre pescatori ogni volta che tornavano al porto di Terrasini: “Un abbraccio di cui dobbiamo ormai fare a meno da quasi due mesi”, dice chi, come i Lo Iacono, trascorre la propria vita a tirare su le reti in barca e ha il volto segnato dal sole e dalla salsedine.

“Matteo era mio cugino – dice uno di loro, mentre dà indicazioni al figlio e al nipote, prima di mettere in moto il peschereccio -. Come me lavorava coi propri familiari, perché questo è un mestiere che passa da padre in figlio. Quello per il mare è un amore che si tramanda, che si ha nel sangue e nel cuore, con la consapevolezza dei rischi in cui si può incappare. Ma quello che ha spezzato la vita di Matteo, Giuseppe e Vito, ne siamo sicuri, è stato un incidente provocato dall’uomo”. A Terrasini tutti conoscevano il comandante del Nuovo Iside e sin dall’inizio in pochi hanno creduto alla tragedia provocata dal vento di scirocco. “Matteo, come tutti pescatori che fanno questo lavoro da oltre trent’anni – prosegue il cugino – sapeva bene a cosa andava incontro, doveva infatti rientrare in porto in tempo. Era coraggioso e instancabile, ma mai imprudente. A casa c’era la moglie che lo aspettava, a bordo i suoi affetti più cari e conoscendo la sua grande esperienza, sarebbero tornati tutti a casa sani e salvi se non fosse avvenuto quell’incidente”.

Sotto inchiesta ci sono quattro persone per omicidio colposo e omissione di soccorso. Si tratta del comandante della petroliera ‘Vulcanello’, dell’armatore della società Augusta Due del gruppo Mednav e due ufficiali in plancia. Saranno interrogati solo al termine delle operazioni tecniche, già partite. Attraverso il radar è emerso che le due imbarcazioni siano entrate in rotta di collisione. “Purtroppo potrebbe proprio essere andata così – dice un altro pescatore esperto, appena tornato in porto –. Pochi giorni fa è capitato anche a me: mi trovavo già al largo quando una petroliera stava per incrociare la mia rotta. Ho lanciato l’allarme, ho subito segnalato il pericolo. E mi è andata bene. Non c’è giorno, dal 12 maggio, che non preghiamo per i nostri cari amici, anzi, per noi erano dei fratelli. Persone che come noi amavano la vita in mare, il duro lavoro a bordo delle proprie barche. Barche che diventano compagne fedeli, al punto da avere un nome, perché raccontano pezzi di vita”.

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Ed è stata proprio la scritta su una delle fiancate a rivelare il nome del relitto in fondo al mare. A 1400 metri di profondità , dopo oltre un mese di ricerche, il robot della Marina Militare ha individuato ciò che resta del ‘Nuova Iside’, a trenta miglia dalla costa palermitana. “E Vito è ancora lì, ne siamo certi – dicono gli amici dei Lo Iacono su quella banchina in cui l’attesa sembra infinita. Lo aspettiamo, vogliamo torni a casa, la madre deve poter trovare pace. Per San Pietro, protettore dei pescatori, abbiamo gettato in acqua una chiave realizzata con dei fiori rossi, per commemorare tutte le vittime del mare e i nostri tre cari amici. Abbiamo pregato di nuovo, insieme alle loro famiglie. Quando siamo tra le onde pensiamo a loro, con la speranza che il mare ci restituisca Vito, che tutti amavamo”.

Gli occhi diventano lucidi, le mani sudano, il sole batte più forte. E il lavoro chiama. Sullo sfondo, le parole di un brano di Pierangelo Bertoli, che al porto di Terrasini accompagnano ogni viaggio dei pescatori, di giorno o nelle notti gelide. “Getta le tue reti, buona pesca ci sarà. E canta le tue canzoni, che burrasca calmerà. Pensa, pensa al tuo bambino, al saluto che ti mandò. E tua moglie sveglia di buon mattino, con Dio di te parlo, con Dio di te parlò”.


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