'Nuova Iside', una madre prega|Vito, torna a casa per tutti noi - Live Sicilia

‘Nuova Iside’, una madre prega|Vito, torna a casa per tutti noi

Le parole di Rosalba. Il nuovo appello: "Si faccia presto".

PALERMO- “Voglio che il mio Vito torni da me”. Quando Rosalba Cracchiolo ha pronunciato questa frase, nello studio dell’avvocato Aldo Ruffino, il tempo si è come fermato, con tutti i suoi orologi. Era un’intervista, ma è diventata una preghiera inscritta nel filone eterno dell’amore che le madri nutrono per i figli.

Nel naufragio del peschereccio ‘Nuova Iside’, su cui c’è un’inchiesta aperta dalla Procura di Palermo, Rosalba Cracchiolo ha perso suo marito, Matteo. Con lui è morto Giuseppe, il cugino. Di Vito, il figlio, non sappiamo nulla. Pensiamo, nella concatenazione degli eventi, che ci sia un corpo da ritrovare, da riprendere all’acqua per dargli sepoltura nella terraferma.

E adesso che il relitto è stato individuato, l’appello forte che trapela dalle parole dell’avvocato è questo: “Si faccia presto per il recupero, in omaggio alla verità e al sentimento materno”.

Intanto, le speranze dell’amore sono infinite, specialmente se è una madre a conservarle. E se Vito fosse su uno scoglio a pescare e a cantare, per farsi riconoscere da un angelo in perlustrazione? E se fosse finito su un’isola deserta, come Tom Hanks in ‘Cast away’, come sussurrava Giovanna, la sua dolcissima compagna? Sono immagini che non appartengono alla razionalità. Eppure, hanno un senso. Nel cuore di una mamma i figli non muoiono mai, possono appena scomparire anche per sempre, perché la vita che ha dato la vita non accetta la parola ‘morte’ nel suo vocabolario.

Ci sono madri che continuano a scrutare nell’ombra per cogliere un segno. E altre che, con una prognosi infausta, pochi giorni prima dell’addio, chiedevano: “Pensi che lui guarirà?”. Non è pazzia. E’ l’eternità che reclama i suoi diritti nel tempo del distacco. Così le madri rappresentano il simbolo più alto del desiderio di tutti.

Perché tutti hanno perso qualcuno che amavano e non si danno pace.

E vorrebbero una notizia, un telegramma, una cartolina dalle stelle con una foto rassicurante, con una semplice dedica: ‘Vi amo pure io, noi ci ritroveremo”.

Ci sono figli che hanno salutato i padri e non hanno mai smesso di cercarli negli occhi degli altri uomini. Ci sono compagni di viaggio che si sono smarriti. Ci sono padri che si umiliano in nome dei figli caduti. Priamo il vecchio, sovrano di Troia, si inginocchia ai piedi di Achille, assassino del suo Ettore, per riaverne le spoglie, nell’Iliade. E Achille – l’immortale altezzoso, il guerriero dal cuore di pietra – si commuove, lo abbraccia.

Ora c’è Rosalba, con la sua odissea, con il suo cuore spezzato alla finestra che attende notizie dal mare.

Vito, dove sei? Ovunque tu sia, ragazzo luminoso, partito e non ancora tornato, fa’ in modo, se puoi, che quella preghiera sia esaudita, in cielo o sulla terra. E’ la preghiera di tutti noi.

(nella foto, a destra Rosalba Cracchiolo, accanto Giovanna Leone, la compagna di Vito)

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