Nuovo colpo ai Laudani |Confiscati i beni dei Ragaglia - Live Sicilia

Nuovo colpo ai Laudani |Confiscati i beni dei Ragaglia

Tutti i particolari dell'operazione.

DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
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CATANIA -Nuovo colpo della Direzione investigativa Antimafia guidata da Renato Panvino ai gruppi legati al clan Laudani: sono stati confiscati i beni di Francesco Rosta, ritenuto “elemento di vertice della famiglia mafiosa famiglia mafiosa Ragaglia egemone nel comune di Randazzo” – scrivono gli investigatori – e collegata alla famiglia mafiosa “Laudani di Catania”. Il decreto di confisca è stato emesso dal tribunale di Catania, sezione Misure di prevenzione e riguarda un patrimonio del valore di 700 mila euro. Il patrimonio confiscato comprende “una società – scrive la Dia – operante l’attività di foraggio e allevamento di capi di bestiame, tre immobili (appezzamenti di terreni di cui uno con annesso fabbricato), una autovettura di grossa cilindrata, conti correnti e altri rapporti finanziari complessivamente stimati in circa 700 mila euro”.

L’operazione è scattata nelle prime della mattinata. Il personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta Renato Panvino, ha eseguito il decreto di confisca beni emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione – nei confronti di Francesco Rosta, di anni 74, figura già nota agli inquirenti. Nel novembre del 2014, infatti, è stato già colpito dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Catania, nei confronti di soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili di appartenere ad una associazione per delinquere di stampo mafioso denominata “Ragaglia” operante nel comune di Randazzo e collegata alla famiglia mafiosa “Laudani” di Catania. Nel corso dell’operazione di polizia giudiziaria, allora, Francesco Rosta non era stato scovato. Soltanto nel giugno 2015, nel corso di una ampia attività di indagine, veniva posta fine alla sua latitanza e arrestato nel territorio di Licata, nell’Agrigentino. Nel luglio dello stesso anno, finiva poi ai domiciliari.

La ricostruzione del profilo criminale di Francesco Rosta stilata dalla Dia di Catania, ha inoltre dimostrato, con minuziosi e complessi accertamenti patrimoniali, estesi anche al suo nucleo familiare, la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, l’attività svolta e gli arricchimenti patrimoniali dello stesso. La successiva valutazione del Tribunale di Catania ha portato alla confisca dei beni, complessivamente stimati in 700.000,00 euro, già posti in sequestro nel settembre 2016 su proposta del Direttore della DIA in sinergia con la Procura Distrettuale Antimafia di Catania diretta dal Procuratore Carmelo Zuccaro.

Il patrimonio confiscato oggi è composto dall’intero patrimonio aziendale della società “Azienda Agricola Bovini dell’Etna S.a.s. di Rosta Giuseppe”; tre terreni, di cui uno con annesso fabbricato. E ancora: una automobile Bmv X6; due conti correnti e altrettanti libretti di risparmio aperti presso le Poste Italiane.


 


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