Oltre mille case in periferia| Ma è flop per il centro storico - Live Sicilia

Oltre mille case in periferia| Ma è flop per il centro storico

Palazzo delle Aquile non ha mai pubblicato il bando per gli edifici pericolanti del centro. Nel resto della città sorgeranno nuove case al posto di ex aree industriali. Tantillo (Fi): "Un flop". La Commare (Mov139): "Discutiamo di una proroga".

edilizia sociale
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PALERMO – Doveva essere una piccola rivoluzione per Palermo, con migliaia di appartamenti da mettere a disposizione di giovani coppie e famiglie meno abbienti ricavati riqualificando aree industriali dismesse o palazzine pericolanti per il centro storico. E invece i bandi per l’edilizia economica e popolare si sono rivelati un mezzo flop.

Mezzo perché se per il resto della città ci sono 12 gruppi di cooperative (rispetto ai 30 iniziali) pronti a investire per dismettere i capannoni e sostituirli con oltre 1.300 nuove case, per il centro storico il bando non è mai partito. E dire che la delibera è stata approvata da Sala delle Lapidi praticamente un anno fa e che per il centro storico sarebbe stato un toccasana: il Comune avrebbe dovuto mettere a disposizione edifici pericolanti, che in caso potevano anche essere abbattuti e ricostruiti, che sarebbero potuti arrivare anche al centinaio. Ma, come detto, il bando non è mai stato emanato rimanendo praticamente lettera morta. Si calcola infatti che siano almeno 7mila i proprietari di palazzine pericolanti che potrebbero essere requisite e date alle cooperative, ma pubblicare avvisi per così tante persone (primo passo per l’esproprio) costerebbe oltre un milione di euro. Un ostacolo non da poco su cui si è arenato l’avviso.

“L’esito finale non è altro che quanto avevamo previsto, un mezzo flop – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – si pensava di arrivare ad almeno 3mila alloggi e invece tocchiamo solo quota 1.300 in un momento in cui la crisi del mercato immobiliare è sotto gli occhi di tutti, con i valori scesi del 50 per cento. L’amministrazione si è trovata impreparata perché il bando del centro storico non è mai partito, circostanza gravissima perché poteva essere l’occasione di riqualificare i palazzi pericolanti del centro storico”.

Il nove aprile scorso si sono invece chiusi i termini per l’unico bando pubblicato, quello che riguarda le aree D, ovvero ex aree industriali dismesse da almeno tre anni di cui Palermo abbonda. Palazzo delle Aquile ha fatto una prima scrematura e su 18 proponenti ha dichiarato l’improcedibilità per sei: o perché il progetto insiste sulla stessa area di un altro, o perché l’area è in centro storico, o ancora perché ci sono problemi con la documentazione antimafia. Per dodici invece c’è stato un primo via libera, anche se alcuni proponenti devono ancora completare la documentazione da presentare agli uffici che daranno risposte definitive nei prossimi mesi.

Si tratta di cooperative con a disposizione un finanziamento regionale (da impegnare entro quest’anno) che potranno costruire appartamenti di 100 o 110 metri quadrati da vendere a circa 200mila euro, ricavandoli da ex aree industriali. In via Aiace, a Partanna Mondello, dovrebbero sorgere 378 alloggi al posto dell’ex cotonificio, mentre 250 sono previsti in via San Lorenzo lì dove sorgeva una fabbrica di agrumi; 80 andrebbero al posto dell’ex cereria Gange di via Marinai Alliata, 240 in via Maltese dove c’era l’ex Keller, 28 a Tommaso Natale, oltre 150 in via Messina Marine, 46 a Brancaccio, 21 in via Castellana e 60 alla Stazione San Lorenzo. Via Castelforte ne dovrebbe veder sorgere 62 con l’housing sociale. In totale oltre 1.300. Il condizionale però è d’obbligo visto che le cooperative dovranno ancora passare l’esame degli uffici comunali, mentre sono stati già bocciati progetti per altri 200 alloggi (di cui alcuni al posto degli ex Mulini Virga).

Le cooperative però non mollano e sarebbero pronte a chiedere una riapertura dei termini. Martedì saranno ricevute in commissione Urbanistica per affrontare la questione e la richiesta di una proroga potrebbe essere ufficializzata, anche per permettere al nuovo assessore di affrontare la questione. Alcune cooperative, peraltro, non avrebbero fatto in tempo a presentare istanza per via di lungaggini burocratiche.

“La delibera in questione è quella che ha interpretato al meglio l’obiettivo di riqualificazione del territorio senza ricorrere a nuova cementificazione del suolo – dice Pierpaolo La Commare del Mov139 – mi auguro che le istanze presentate fin adesso possano andare a buon fine perché ciò significherebbe avere riqualificato parte del tessuto urbano, sostituendo vecchi capannoni in disuso con nuove unità abitative destinate ad un target di mercato che oggi ha grandi difficoltà ad avere la casa di proprietà. In forza di ciò valuteremo con l’amministrazione se esistono i margini per eventuali proroghe per la presentazione di nuove istanze o se considerare definitivamente chiusa la vicenda. A tal fine convocheremo in commissione urbanistica Ance e cooperative per riflettere insieme sui risultati raggiunti e per capire quali possono essere le nuove prospettive”.

“Siamo contrari a qualunque tipo di proroga – conclude Tantillo – mentre siamo d’accordo a un nuovo bando. Ascolteremo l’associazione dei costruttori e le varie cooperative la prossima settimana e tenteremo di andare loro incontro prima che scadano i fondi regionali, ma diciamo no alle proroghe”.

 


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