PALERMO – C’è un terzo arrestato per l’omicidio di Antonino Arculeo, originario di Partinico e trovato carbonizzato nelle campagne di Alcamo.
Si tratta di Alessio Parrino, alcamese di 32 anni, con piccoli precedenti, residente nel quartiere popolare del Villaggio regionale.
Il corpo del sessantenne fu rinvenuto sfigurato dal fuoco lo scorso 9 maggio nelle vicinanze delle Terme Gorga, al confine tra Alcamo e Calatafimi Segesta.
L’uomo è accusato di aver partecipato all’omicidio e alla successiva distruzione del cadavere.
Secondo la ricostruzione dei poliziotti delle squadre mobili di Palermo e Trapani, la vittima sarebbe stata attirata in un luogo isolato e lì colpita con almeno 17 coltellate.
Dopo il brutale omicidio, il corpo dell’uomo è stato dato alle fiamme nel tentativo di cancellare le tracce e rendere difficile la sua identificazione.
I primi due sospettati, entrambi partinicesi di 35 e 47 anni, Gioacchino Leto e Dario Milana, erano stati arrestati pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere. Anche per loro il giudice di Trapani ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta della Procura.
Determinanti per le indagini sono stati i rilievi tecnici, le analisi dei tabulati telefonici, i tracciamenti Gps e le immagini raccolte da diverse telecamere di sorveglianza. Grazie a questo lavoro investigativo, condotto con il supporto dei commissariati di Partinico e Alcamo, è stato possibile ricostruire i movimenti dei sospettati prima e dopo il delitto.
Il movente dell’omicidio di Arculeo sembrerebbe di natura economica. La vittima, quella sera, aveva con sé 10 mila euro.
Da qui in poi la vicenda si fa torbida. Il delitto sarebbe maturato nel contesto di un giro di denaro prestato a tassi usurari da Arculeo. Si ipotizza che per attirare la vittima in trappola gli potrebbe essere stato proposto di appartarsi per avere dei rapporti sessuali. Il vero fine era rubare il denaro.
Leto in prima battuta ha confessato di avere partecipato al delitto ma che a sferrare i colpi mortali sarebbe stato Milana. Anche quest’ultimo aveva fatto delle ammissioni, ma entrambi si sono poi avvalsi alla facoltà di non rispondere davanti al pubblico ministero. In realtà Milana potrebbe avere avuto un ruolo di favoreggiatore.
C’era lui al volante della macchina di Arculeo rimasta coinvolta in un incidente stradale ad Alcamo alcuni giorni dopo il delitto.