L’omicidio d’onore di Nunzia Alleruzzo: ergastolo per il fratello

L’omicidio d’onore di Nunzia Alleruzzo: ergastolo per il fratello Alessandro

Il pronunciamento della Cassazione
LA SENTENZA
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PATERNÒ (CATANIA) – Per i giudici fu lui ad ammazzare la sorella, Nunzia Alleruzzo, e a far sparire il corpo, rinvenuto circa tre anni dopo su segnalazioni anonime dentro un pozzo. La Corte di Cassazione non ha dubbi: respinto il ricorso di Alessandro Alleruzzo, per l’omicidio della sorella. Diventa definitivo l’ergastolo a cui è stato condannato. Alessandro è uno dei figli del defunto boss di Paternò Giuseppe Alleruzzo.

Correva l’anno 1995. Il movente, così è stato ricostruito nel processo, sarebbe legato a ipotetici tradimenti della sorella al marito. Per la famiglia di un boss, evidentemente, un’onta, una macchia da lavare con il sangue. Sta di fatto che secondo ciò che è emerso in aula, per Alessandro Alleruzzo, era così. Lei fu vista andar via dal figlioletto di appena 5 anni “con lo zio Alessandro”: la portò con sé e le tolse la vita sparandole.

Il verdetto

Pochi minuti fa a Roma, la Suprema Corte ha respinto il ricorso del difensore, l’avvocato Roberto D’Amelio, e la sentenza passa così in giudicato. A caldo il fonti vicine alla difesa affermano di attendere – per qualunque commento e per valutare un’eventuale, ipotetica e comunque non immediata, istanza di revisione – il deposito delle motivazioni.

Alleruzzo avrebbe confessato l’omicidio ad alcuni uomini del clan, tant’è che ad accusarlo sono stati due pentiti di mafia. La sentenza di primo grado risale al 14 novembre 2022, ben 27 anni dopo l’omicidio. La vittima sparì nel nulla il 30 maggio 1995.

Il rinvenimento del cadavere

Il cadavere, come detto, fu rinvenuto dai carabinieri dopo alcune segnalazioni anonime il 25 marzo 1998: l’assassino lo gettò in un pozzo. Stando ai resoconti di mafia, un cugino di Alessandro Alleruzzo, a sua volta boss, avrebbe letteralmente ordinato all’assassino di far trovare la vittima, per consentire di darle una sepoltura.

Oltre alle ricostruzioni dei collaboratori di giustizia, va detto, c’è anche l’intercettazione di uno degli ipotetici amanti di Nunzia, che in carcere parla con un esponente di spicco di Cosa Nostra e accusa l’imputato di aver fatto uccidere la sorella.


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