Opposizioni compatte all'Ars | E adesso si rischia la palude - Live Sicilia

Opposizioni compatte all’Ars | E adesso si rischia la palude

D'Agostino, Cappello e Lupo

Centrodestra in sofferenza sul collegato. Se il fronte anti-Musumeci si compatta, senza intesa si rischia la paralisi.

Se il buongiorno si vede dal mattino, il battesimo del secondo governo Conte non promette nulla di buono al centrodestra di governo in Sicilia. Dalla sua nascita, la giunta di Nello Musumeci ha un tallone d’Achille, che di chiama Palazzo dei Normanni. All’Ars il governo ha numeri risicatissimi. Musumeci ha detto spesso di non avere maggioranza. Non è esattamente così perché numericamente il centrodestra una maggioranza seppur minima la avrebbe. Ma i suoi conflitti interni e le enormi difficoltà a gestirli fin qui hanno reso fragilissimo il governo a Sala d’Ercole. E questo on è un dettaglio da poco. Perché la Regione non è una Provincia e l’attività legislativa è un pilastro su cui deve poggiare l’azione di governo che non si può limitare all’attività amministrativa su cui Musumeci ha puntato molto rivendicando i risultati ottenuti. Insomma, per governare la Sicilia non basta puntellare i costoni ma serve anche fare qualche buona legge in Parlamento. E quanto è successo ieri all’Ars, con la maggioranza messa all’angolo da una opposizione ringalluzzita e compatta, è solo l’ultimo di una serie di passi falsi del centrodestra in una legislatura che a tratti ha assunto le sembianze di un calvario per la coalizione che ha vinto le elezioni.

Il pressing coordinato e congiunto di Pd, 5 Stelle e Sicilia Futura ha fatto saltare i piani della maggioranza, rispedendo al mittente il “collegatone”, la cui approvazione dovrebbe finalmente chiudere la sessione di bilancio dell’anno nelle settimane in cui l’Ars dovrebbe prepararsi ad aprire quella di quest’anno. Dentro c’erano anche misure attese ma tutto è saltato, malgrado gli sforzi di Gianfranco Miccichè. E adesso il centrodestra dovrà decidere il da farsi, magari rassegnandosi a una autentica condivisione con le opposizioni sui provvedimenti più significativi, un confronto che vada oltre il prendere o lasciare. Anche perché, grillini e dem, con l’aggiunta di Fava e D’Agostino, all’Ars sono in 32. E se 32 deputati su 70 si muovono coordinati, al centrodestra basta un raffreddore, un congedo, una missione di un assessore-deputato per fare un capitombolo.

Forza Italia con il capogruppo Tommaso Calderone ha attaccato le opposizioni: “Ieri poteva essere scritta una bella pagina per il popolo e i lavoratori siciliani. La cronaca parlamentare recita però un’altra storia, in cui i giochi della politica hanno avuto il sopravvento, sulla scorta di questo indegno accordo consumato a Roma. Qui però siamo in Sicilia, e le cose stanno diversamente. Abbiamo lavorato, prendendo impegni. La coalizione di maggioranza è coesa e continueremo a servire il popolo”. Legittimo da parte sua. Ma legittimo è anche che le opposizioni facciano l’opposizione. Spetta a chi governa la responsabilità, nell’impossibilità di farsi forza dei propri numeri, di trovare con le stesse opposizioni una forma di collaborazione nell’interesse superiore dei siciliani. O così o sarà braccio di ferro. Col serio rischio che l’Ars da pantano si trasformi definitivamente in palude.


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