Orlando nel Pd? | Il partito litiga ancora - Live Sicilia

Orlando nel Pd? | Il partito litiga ancora

Braccia aperte da Lupo: "E' importante che il centrosinistra superi gli strappi. No a pregiudiziali". Ma Ferrandelli: "Il partito scelga, o io o lui". E anche i cuperliani non sono entusiasti. Raciti: "Il rapporto tra Pd e sindaco non sia declinato in chiave correntizia".

Il dibattito
di
4 min di lettura

PALERMO – Leoluca Orlando fa ancora litigare il Pd. La sola indiscrezione circa un possibile ingresso del sindaco di Palermo e del suo movimento 139 nel Partito democratico scatena un dibattito interno con favorevoli e contrari. Tra i primi si iscrive naturalmente Giuseppe Lupo, ex segretario e leader di AreaDem, l’interlocutore prediletto da Orlando – i due sedeveano accanto oggi in commissione Bilancio – nel suo percorso di avvicinamento ai democratici. “Mi auguro che Leoluca Orlando scelga di aderire al Partito democratico arricchendo il progetto di un Pd plurale e aperto, riferimento di un campo largo dei progressisti – osserva Lupo, che alle ultime primarie ha contato sull’appoggio di buona parte degli orlandiani – . Peraltro ha già partecipato alle primarie nazionali e regionali e auspico che vorrà sostenere la lista del Pd alle prossime elezioni europee.”

“Credo – aggiunge Lupo – che sia necessario, per il bene della città, superare lo strappo che ha lacerato il centrosinistra alle ultime elezioni comunali di Palermo. Una pregiudiziale all’ingresso di Orlando nel Pd sarebbe illogica per tante ragioni, soprattutto se si considera che recentemente hanno aderito al partito sindaci che provenivano dal centrodestra. È auspicabile – conclude Lupo – che il centrosinistra unito collabori per affrontare la difficile situazione economica e sociale dell’isola. Contrapposizioni interne e tra istituzioni guidate dal centrosinistra sono un regalo alla destra e fanno solo male alla nostra Regione”.

Il riferimento dell’ex segretario è alle voci critiche che si sono levate contro l’idea di un Orlando nel Pd. Come quella di Fabrizio Ferrandelli, il deputato regionale renziano che da Orlando fu sconfitto alle ultime amministrative. “Lo dico una volta per tutte: se Leoluca Orlando prende la tessera del Pd io per coerenza la strappo. Il partito decida, o io o lui”, ha scritto il deputato regionale su Twitter. Ferrandelli, un tempo “delfino” di Orlando, è poi diventato il suo rivale alle scorse elezioni amministrative, arrivando al ballottaggio poi vinto dal “sindaco della Primavera” al termine di una campagna elettorale segnata da più di un duro scontro fra i due.

Ma Ferrandelli non è l’unico ad avanzare perplessità. “Il modo con cui si sta affrontando la discussione sull’Amministrazione Orlando e sull’eventuale adesione del sindaco al Pd rischia di dare l’immagine di un partito in stato confusionale e di trasformarlo ancora una volta in un Vietnam. Alla vigilia di importanti scadenze elettorali, tutto ciò è indice di poca serietà”, afferma Antonio Rubino, vicino ad Antonello Cracolici, a nome dell’area che lo ha sostenuto al Congresso provinciale del Pd di Palermo, cioè i cuperliani. “Aver appreso che il capogruppo al Comune, Teresa Piccione e il responsabile Area Dem Sicilia Giuseppe Lupo – aggiunge – stiano conducendo, a nome del Pd, le trattative per una eventuale adesione di Orlando e dei suoi consiglieri comunali al partito, è in contraddizione con la linea politica espressa dal segretario provinciale, Carmelo Miceli e rischia di spostare l’attenzione dai problemi che affliggono la città ad una partita a Risiko che i palermitani non comprenderebbero”.

“Gli organismi del Pd di Palermo – prosegue Rubino – sono stati più volte chiamati ad esprimersi sull’operato e sui rapporti con la Giunta, ribadendo la necessità che il confronto avesse come interlocutore il Partito Democratico nel suo complesso e non singole correnti. Se Orlando sceglie di aderire al Pd – conclude – lo faccia partendo da una discussione sul futuro della città e diffidando da chi modella il proprio pensiero se entra a Palazzo d’Orleans oppure a Villa Niscemi”.

Interviene anche il segretario regionale Fausto Raciti:

“Comprendo l’amarezza di Fabrizio Ferrandelli, ma spero che né lui né nessun altro pensi di strappare la tessera del Pd. Questo è il momento di rilanciare il partito non di disseminarne i pezzi”, dice Raciti.

“Al di là dei toni utilizzati – prosegue Raciti – Fabrizio Ferrandelli pone un tema importante: l’identità del partito e il suo ruolo nella politica siciliana e nel rapporto con le istituzioni, la stessa questione che ho posto nell’affrontare la discussione sul rinnovo della Giunta regionale e che, adesso, si ripropone con l’eventualità dell’ingresso di Orlando nel Pd”.

“Deve essere chiaro – aggiunge – che l’obiettivo del Partito democratico è quello di contribuire a rilanciare azioni di governo che sembrano appannate. Ed è in quest’ottica che deve essere interpretata qualunque ipotesi di una nostra partecipazione, tanto alla Regione quanto al Comune di Palermo”.

“Il rapporto tra il Pd e il sindaco Orlando non può essere declinato in chiave correntizia, ma deve passare attraverso un confronto con il partito su quello che è il progetto per la città”.

“Leggo di accorati appelli, favorevoli all’adesione al Pd di Orlando, da parte di qualche dirigente che, nelle scorse settimane, sulle vicende che hanno portato alla formazione del governo regionale, ha tenuto una posizione diametralmente opposta alla sua, al punto di scegliere di partecipare alla nuova Giunta senza una parte del Pd”.

“Consiglio ad Orlando, per evitare di confondersi troppo le idee, di aderire al Pd discutendo con il Pd e non – conclude – con qualche confusionaria corrente”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI