Orlando: "Palermo oggi è cambiata | LiveSicilia, missione compiuta" - Live Sicilia

Orlando: “Palermo oggi è cambiata | LiveSicilia, missione compiuta”

Il sindaco Orlando ospite all'evento curato dal nostro giornale alla Marina di Libri

ALLA MARINA DI LIBRI
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PALERMO – “Non c’è nessuna città in Europa cambiata come Palermo negli ultimi 40 anni. Ancora mi ricordo la notte in cui morì Piersanti Mattarella: nessuno avrebbe creduto che la nostra città sarebbe cambiata così”. Parola di Leoluca Orlando, il sindaco di Palermo, tra gli ospiti di “Dieci anni di Livesicilia, dieci anni di Sicilia”, l’evento curato dal nostro giornale nell’ambito di “Una Marina di Libri” all’Orto Botanico di Palermo.

Un dibattito che ha fatto il punto su come in dieci anni è cambiata Palermo, è cambiata la Sicilia, in un decennio che ha visto nascere e crescere Livesicilia e cambiare profondamente il panorama dell’informazione nella nostra Isola. “Vorrei dire a Francesco Foresta ‘grazie, missione compiuta’. E lui risponderebbe che non è completata – ha detto Orlando – Livesicilia è stata una profezia del giornalismo on line, me ne sono accorto quando due, tre volte al giorno qualcuno mi chiedeva: ‘Hai letto quello che ha scritto Live?’. Questo giornale è entrato nella vita della gente, questo è il suo merito, ha compiuto la sua missione in una città che si è risvegliata. Palermo dieci anni fa era rassegnata, sonnacchiosa, paludosa, priva di una prospettiva futura”.

E adesso? “Abbiamo risolto tutti i problemi? Neanche per sogno – continua il Professore, sul palco insieme al direttore Accursio Sabella, ai giornalisti Roberto Puglisi e Maria Teresa Camarda, al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichė – ma oggi c’è il richiamo a una responsabilità individuale mortificata in questi anni dalla mafia e dall’antimafia di carriera. Oggi siamo ben lontani da quello che accadeva dieci anni fa, oggi siamo una realtà viva e in cammino, con i suoi problemi e con il rischio di commettere errori”.

“Oggi abbiamo una visione che ha scoperto il valore della persona e della comunità – dice il primo cittadino, rispondendo alle domande dei cronisti di Live – Non prevale più l’individuo con suoi egoismi, prima tutto si spiegava con la logica di appartenenza a un gruppo; oggi i migranti ci consentono di parlare dei diritti di tutti. Dieci anni fa c’era pure la Costituzione, ma nessuno parlava dei diritti umani. È conveniente? È legale, morale e anche conveniente. Nel nostro Paese, Palermo è un’isola: siamo sempre stati abituati ad avere cura del debole, del diverso, del povero. Oggi dalla cura siamo passati alla paura, ma non a Palermo. Il cambiamento culturale non è restaurare un monumento, perché poi resto nel mio egoismo. Meglio un monumento caduto che l’egoismo. Lo dico nonostante i populisti da strapazzo che fanno tweet”.

Orlando parla da profondo conoscitore di una città di cui è stato sindaco per tanti anni e lo è ancora, città con cui ha un rapporto profondo e consacrato dalle vittorie elettorali. “Tra me e Palermo c’è un rapporto di simbiosi, per questo difendo il limite dei due mandati che evita l’impazzimento. E se morissi stanotte potrei dire: ‘Missione compiuta’, anche se non completata. Mi ricordo la notte in cui fu ucciso Piersanti Mattarella: ci abbiamo messo 40 anni, ma siamo riusciti a cambiare Palermo. Chi è impegnato in politica deve considerare i propri elettori come il principale avversario: il cambiamento che portiamo avanti scontenta. Quando una delegazione viene nel mio ufficio per chiedermi cose legittime, istintivamente sono portato a dire di no perché se ne accontento mille, scontento i diecimila che non mi vengono a chiedere niente”.

Ma al di là del passato, il dibattito si apre anche al presente e ai temi politici di oggi: i migranti, il populismo, il ruolo di “anti-Salvini” che Orlando sembra essersi ormai ritagliato. “Il populismo per definizione deve semplificare la realtà, noi invece abbiamo recuperato la dimensione del tempo presente, passato e futuro. Siamo vaccinati dal populismo perché siamo cambiati, non c’è una città in Europa che sia cambiata come Palermo negli ultimi 40 anni. Oggi Palermo è profondamente cambiata, senza che sia cambiata costituzione. Come si fa a fare politica senza una visione? Tra l’originale e la fotocopia, mi hanno insegnato che si sceglie l’originale. Chi ha fatto opposizione in questi anni ha provato a fare la bella copia di Salvini, io rivendico il diritto di essere un brutto originale e non una bella copia. Questo costa insulti e incomprensioni, ma alle ultime Comunali il candidato di Salvini ha preso il 2%. A Palermo si organizza un pride che dura tre mesi e non un giorno, c’è rispetto dell’altro e della comunità. Arenella, Cala, Brancaccio e Danisinni sono quartieri che la maggior parte palermitani non sa neanche dove siano, ma qui si sta attuando un disegno straordinario di visione e di rifiuto del populismo. Se il vescovo a capo degli evangelici tedeschi ritiene di venire a Palermo per dare man forte alla nostra visione, se per la festa dell’Europa la Merkel manda a Palermo un suo ministro e chiamandomi mi dice che è più importante per il loro governo essere presente nella nostra città piuttosto che il clamore mediatico, è grazie a un cambiamento impensabile fino a 20 o 30 anno fa”.

 

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