“I palermitani hanno affisso a questo Palazzo il chiodo della speranza, che mi ha premiato al di là dei miei meriti”. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, torna a Sala delle Lapidi per presentare la sua giunta. Una seduta che sarebbe dovuta essere una pura formalità, ma nella quale non sono mancati i momenti di tensione, specie tra il presidente Totò Orlando e il consigliere del Pdl Giuseppe Milazzo che ha abbandonato l’Aula per proteste.
Giunta al gran completo, giornalisti spediti in piccionaia con scarsa luce e poco spazio per decisione della presidenza, e una buona dose di pubblico hanno fatto da cornice al discorso del primo cittadino, che non ha mancato di sottolineare le attenzioni della stampa internazionale su “una nuova stagione”. “Ieri siamo stati citati in sette telegiornali di sette Paesi diversi – ha detto Orlando – dagli Usa alla Russia. E il Financial Times, nel giorno dell’apertura delle Olimpiadi, ha parlato di una nuova stagione per questa città. Ci occupiamo tutte le settimane di internazionalizzare Palermo e ci stiamo riuscendo”. E’ stata poi la volta delle partecipate: “Nomineremo revisori contabili che vigileranno affinché venga applicato nelle singole aziende quanto deciso nel tavolo di coordinamento, che sarà una sorta di holding sostanziale”.
Un intervento breve, al quale sono seguiti quelli dei gruppi consiliari di opposizione. “Continua la luna di miele fra il sindaco e la città – ha esordito il capogruppo del Pdl Giulio Tantillo – ma, come i consiglieri sono stati mandati a scuola, forse bisognerebbe mandare in convento anche gli assessori, visto che alcuni sono convinti di essere i padroni della città”. E se Edy Tamajo, di Grande Sud, ha chiesto l’immediata revoca della pedonalizzazione di Mondello – “Ci sono decine di attività che stanno chiudendo” -, Felice Bruscia del Pid ha parlato di un sindaco che si muove ad una velocità diversa rispetto alla giunta. “E mi dicono anche che alcuni assessori non ricevano pubblico – conclude Bruscia – spero che qualche assessore mi smentisca”. Pino Faraone, di Amo Palermo, ha puntato il dito contro qualche componente di giunta, accusato di non voler fornire gli atti ai consiglieri. “Sarò il suo 31esimo consigliere se si tratteranno atti in favore della città” ha detto l’autonomista Mimmo Russo, mentre il centrista Giovanni Lo Cascio ha apprezzato la scelta di accorpare gli assessorati alla Cultura e al Turismo. Più polemici gli interventi di Antonella Monastra (Ora Palermo – sedie volanti), che ha chiesto al sindaco di coordinare l’emergenza Bellolampo, e di Rosario Filoramo che ha lamentato “un eccesso di zucchero, forse bisognerebbe misurare la glicemia dell’Aula. Il Pd valuterà che tipo di opposizione fare sulla base delle scelte dell’amministrazione”.
Toni assai pacati che non sono piaciuti nemmeno al capogruppo dell’Idv, che è maggioranza, Aurelio Scavone: “Vorrà dire che faremo noi l’opposizione, visto che oggi in quest’Aula non ne ho vista e che serve alla vita democratica. Inoltre siamo già indietro come consiglio, visto che non abbiamo scandalosamente ancora riunito nemmeno una capigruppo”. “Auspichiamo una continua comunicazione tra consiglio e giunta”, ha detto Serena Bonvissuto di Idv.
Ma la seduta è stata “movimentata”, nella parte iniziale, anche per il battibecco tra il presidente Totò Orlando e il consigliere del Pdl Giuseppe Milazzo, che per protesta ha poi anche lasciato l’Aula. “Il problema è la gestione dell’emergenza rifiuti: lei è il sindaco ed è di questo che deve rispondere ai cittadini”. Risposte che il berlusconiano ha chiesto anche per la Gesip – “Nulla è stato ottenuto tranne che una partecipazione a un misterioso tavolo” – e le partecipate: “C’era bisogno di chiedere 1800 curricula per poi nominare Artioli e Arcuri?”. E infine il Massimo: “Lei ha iniziato una battaglia contro dirigenti che si sono intestati battaglie di legalità e a difesa del rigore morale: lei è solitamente attento a questi temi, non vorrei si fosse distratto”.
Infine la replica di Orlando: “Tornare sindaco è una profonda emozione, come quando hai un secondo figlio: la gioia è sempre la stessa, ma hai più esperienza. Il mio partito è Palermo, gli altri partiti sono in crisi. Ma sono preoccupato da questa luna di miele con la città, dall’affetto dei palermitani: hai sempre paura di non esserne all’altezza. Prendere 60 punti in più della propria coalizione è il sintomo vogliono il cambiamento”.