Pace musica il Pirandello di Ferro |"La Sicilia è la mia seconda casa" - Live Sicilia

Pace musica il Pirandello di Ferro |”La Sicilia è la mia seconda casa”

Sono dell'autore romano le musiche  di “Maschere (La Patente – La Giara)”, lo spettacolo che andrà in scena da oggi al 5 novembre.

CATANIA – Uno spettacolo coinvolgente e appassionante. Un’opera, quella Pirandelliana, rinfrescata dalla regia di Guglielmo Ferro, dall’interpretazione di Enrico Giuarneri e le musiche di Massimiliano Pace. Il musicista romano, ha prestato ancora una volta la sua opera al teatro, a quello siciliano in particolare, imprimendo un tocco unico e memorabile.

Lei è nato a Roma ma, scorrendo la sua biografia, sembra evincersi un certo amore per gli autori siciliani. E’ così?

Considero la Sicilia una sorta di patria di adozione, non solo perché in Sicilia ho vissuto per quasi dieci anni, ma soprattutto perché in questa terra ho partecipato a quelli che considero gli spettacoli più belli per i quali ho scritto le musiche di scena, primo fra tutti, senza dubbio, Servo di scena con Turi Ferro e poi La casa di Bernarda Alba, Le menzogne della notte… Ovviamente questa mia acquisita sicilianità mi ha portato ad amare in modo viscerale gli autori siciliani, non solo per averne incrociato le opere in tanti anni di palcoscenico ma per una inevitabile sete di conoscenza del linguaggio artistico di questa isola a cui devo tanto.

Lei, prima di Guglielmo, ha lavorato con il grande Turi Ferro: differenze tra padre e figlio?

In realtà l’incontro professionale con Turi Ferro e con Guglielmo è avvenuto simultaneamente. Ci siamo conosciuti in occasione dell’allestimento di Servo di scena, magistralmente interpretato da Turi e diretto da Guglielmo. Turi Ferro era un gigante del palcoscenico, un attore straordinario che rendeva anche il gesto più semplice un evento. Anche il primo passo sul palcoscenico di una sua entrata in scena aveva una rilevanza espressiva. Aver lavorato con lui in sei spettacoli, aver avuto la fortuna di ascoltarlo durante le prove nelle sue meravigliose dissertazioni sul teatro, vale più di cento accademie. Turi Ferro era l’incarnazione stessa del teatro. Guglielmo porta dentro di se questo incommensurabile bagaglio ereditato dal padre, una capacità impressionante di gestire e dominare la materia teatrale. Un istinto creativo che ha nel dna. Riassume in se la tradizione paterna proiettandola in un modo moderno di fare teatro, un teatro sognante e per molti versi (soprattutto per la gestione musicale) cinematografico.

Enrico Guarneri, con quale musica lo descriverebbe?

Verrebbe spontaneo pensare ad una musica popolare, una musica con una forte valenza comica, quasi una “clownerie”. In realtà, la descrizione musicale dei personaggi interpretati da Enrico, almeno per quanto riguarda i titoli che abbiamo condiviso, è tutt’altra. In questo ultimo spettacolo, così come accaduto nei Malavoglia e nel Mastro Don Gesualdo, Enrico cammina su una trama musicale che supporta e amplifica la sua componente drammatica e interiore, un linguaggio onirico che tocca l’anima dello spettatore.

Musicare Pirandello: cosa si devono aspettare gli spettatori?

E’ la seconda volta che con Guglielmo Ferro affronto uno spettacolo Pirandelliano. Circa dieci anni fa fu la volta di Così è se vi pare. Una ambientazione post atomica. Un mondo sotterraneo, chiuso, che si ritorce su se stesso. Questa volta la musica sostiene un mondo sospeso, tra magia e sogno, finzione e realtà. Un mondo di spiriti e attori, di fantasmi e costumi. Un caleidoscopio musicale dove tutto è presente a se stesso in una eterna variabile.


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