Padova, le mani dei Mazzei: confisca da 10,7 milioni a un catanese - Live Sicilia

Padova, le mani dei Mazzei: confisca da 10,7 milioni a un catanese

Intrecci societari, numerose truffe: i particolari

PADOVA – Le mani del colletto bianco dei Mazzei a Belluno, Milano, Venezia e Vicenza. La Guardia di finanza di Padova ha eseguito una confisca milionaria a William Cerbo, esponente di spicco del clan Mazzei. Sigilli a quote societarie, immobili e terreni dopo gli accertamenti patrimoniali. Nel panorama di “Cosa Nostra”, Cerbo è conosciuto come Scarface.

I particolari della confisca

Operazioni immobiliari, truffe col raggiro di diverse vittime. Il provvedimento, non definitivo, ha portato alla confisca le quote di 17 società di capitali, 13 edifici e tre terreni nelle province di Belluno, Milano, Venezia e Vicenza, più tre automobili, per un valore complessivo di 10,7 milioni di euro, affidati all’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Venezia.

Willy detto ‘Scarface’

In una villa fuori città, aveva iniziato dalle scale, che dovevano essere uguali a quelle del boss Tony Montana, impersonato da Al Pacino. Gli amici e gli affiliati più stretti lo chiamavano semplicemente Willy, e lui, a bordo di Mercedes dragster da 200mila euro sfrecciava tra le vie del centro, entrando e uscendo dai locali della Catania bene, in mano ai “Carcagnusi” sino a quando non sono scattati i sigilli del Gico. È stato condannato, dalla Corte di Appello di Catania, per associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e corruzione.

Di recente, Cerbo ha subìto un’altra condanna a Rovigo, confermata in Appello a Venezia, per i reati di associazione per delinquere e truffa. Il tribunale di Catania lo aveva già sottoposto a una misura patrimoniale definitiva, con una confisca da 12 milioni di euro, ma sulle basi del nuovo codice antimafia, è stato ritenuto socialmente pericoloso anche dai giudici lagunari perché a Padova “si sarebbe radicata la base organizzativa di un complesso sistema piramidale di imprese, considerate dirette da quest’ultimo, strumentalmente utilizzate per perpetrare truffe nel nord Italia”.

Il tesoro e la sproporzione

Cerbo avrebbe controllato una vera e propria holdig di società del valore di oltre 10milioni di euro. Gli investigatori hanno documentato la “palese sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati nell’ultimo quinquennio e il valore del patrimonio riconducibile al proposto (accumulato tra il 2018 e il 2022), ritenuto anche frutto del reimpiego di profitti illeciti, di cui non è stata adeguatamente giustificata la legittima provenienza”

Società e scatole cinesi

Per gestire il patrimonio milionario, Cerbo avrebbe creato “17 società di comodo”, tre delle quali già destinatarie a maggio 2022 di interdittive antimafia emesse dal Prefetto di Padova. Sarebbero state impiegate – secondo le indagini della Gdf di Padova – “come veicolo per commettere una serie di truffe a danno di ignari fornitori che, rassicurati da dati di bilancio falsi e da prestanome, avevano ceduto merci per diversi milioni di euro, senza vedersi riconosciuto il prezzo di vendita”.

Numerose sedi

La guardia di finanza ritiene che Padova fosse l’epicentro delle “condotte truffaldine”, nonostante che la sede delle società fosse a Brescia, Catania, Milano, Monza, Roma, Siracusa, Torino, Udine e Venezia.


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