CATANIA. “Colgo l’occasione per dare il benvenuto a persone che ritornano”. L’ex senatore Pino Firrarello coglie subito la palla al balzo. Piccola guida pratica all’opposizione di Palazzo degli Elefanti, verrebbe da dire. Quella uscita di una frangia di consiglieri di Area Centro Destra pronta a “sposare” la leadership di Giovanni La Via al brontese fino al midollo, Firrarello, non è che sia piaciuta poi tantissimo. E, lui l’ex senatore, lo dice apertamente: non lascia volutamente alcuno spazio all’interpretazione. Perché nella scuderia etnea del Ncd, al comando resta sempre il genero: Giuseppe Castiglione.
Perché parlare di ritorno?
“Si tratta di persone che sono state elette con le nostre liste alle ultime amministrative di Catania. Però, come succede di tanto in tanto, ci sono dei consiglieri comunali, degli amici, che poi vogliono conoscere qualcosa di diverso: e nel caso in specie, i consiglieri comunali ai quali dò il benvenuto hanno cercato di capire come gira la politica in Italia ed hanno incontrato Berlusconi, accompagnati da Gibiino; accompagnati da Attaguile hanno incontrato Salvini. Nell’ambito politico che poteva essere di loro competenza, l’hanno sviscerato tutto: alla ricerca di una colocazione. Ora, se tornano evidentemente parleremo e discuteremo sapendo che normalmente – quando si viene eletti in una lista – vanno rispettati gli impegni presi con gli elettori”.
Loro, i consiglieri di cui parliamo, dicono una cosa: “Abbiamo apprezzato il percorso di La Via e non siamo nel Nuovo Centro Destra”.
“Io ho un’infinità di amici nel Pd, nell’Mpa ed in tutto i partiti, ognuno fa la propria strada. Ora: se loro hanno questo rapporto particolare con La Via a me fa piacere ma lo dovevano avere quattro mesi fa, almeno gli avrebbero fatto la campagna elettorale e questo non mi risulta che sia accaduto”.
E cos’è cambiato, allora?
“Probabilmente, il caldo anziché confondergli le idee gliele ha chiarite”.
Dunque, è una cosa positiva?
“Certamente. Non c’è dubbio”.
Del resto, una opposizione forte pare mancare a Palazzo degli Elefanti.
“Da questo punto di vista penso che bisogna fare una valutazione più ampia. A mio avviso, Bianco sta facendo bene il sindaco di Catania perché l’ha riportata nuovamente al centro dell’attenzione nazionale – che poi è quello che sa fare meglio -: ma sulle opere di cui avrebbe bisogno la città per dare lavoro ai catanesi, ancora francamente ho l’impressione che vi sia qualche ritardo. Ed, allora, l’opposizione deve servire anche a questo”.
Ma secondo Lei è prematuro parlare di ricompattamento di tutto il centrodestra a Catania?
“Il problema non è di ricompattarlo a Catania o in Sicilia. Il problema è: ci sono le condizioni per ricompattarlo a livello nazionale? Io dico: può darsi di no. Spero, però, che ciò avvenga perché non è detto che Crocetta terrà fino alla fine”.
Aspirate a farvi trovare pronti.
“Dovremmo farci trovare pronti anzitutto con i programmi sapendo che la Regione si trova in condizioni di pesantezza assoluta. Basti pensare che per chiudere il Bilancio occorre ancora circa 1 milione e 800 milioni di euro. E le banche non fanno più credito. Crocetta non vuole capire la gravità della situazione”.
Torniamo a Catania: adesso cosa accade? Come immagina questo nuovo percorso che potrebbe avviarsi attorno alla figura di La Via?
“Lo immagino in modo semplice. Oggi noi siamo Ncd: può darsi che da ora a qualche mese avremo un altro nome o un altro simbolo, altri amici che si uniranno a noi. Ma se i consiglieri di cui parliamo volessero davvero venire con noi di partito ce n’è uno solo”.
Il Nuovo Centro Destra.
“Certo”.
Ma chi è il vostro leader? Giuseppe Castiglione, Giovanni La Via, Pino Firrarello: insomma, chi è a Catania ha in mano il partito?
“Io sono la riserva del partito. Non avendo ruoli istituzionali faccio del mio meglio per tenere i contatti con gli amici in provincia di Catania ma non c’è dubbio che quando parliamo di leadership, il leader è Giuseppe Castiglione. E nessuno può metterlo in discussione. Giovanni La Via è sicuramente cresciuto: è l’unico parlamentare italiano che è presidente di una commissione europea importante, che ha fatto due campagne elettorali vincenti ma è stato proprio Castiglione che ha conosciuto La Via e se l’è portato prima come consulente alla Regione e poi da lì è diventato assessore all’agricoltura”.
Quindi?
“Il loro impegno non gli consente di essere presente in Sicilia”.
E, dunque, chi tiene le redini è Pino Firrarello.
“Non direi. Io resto qui solo a dare una mano…”.