Palermo, le intercettazioni nelle agenzie delle truffe assicurative Live Sicilia

Assicurazioni a prezzi stracciati: cimici nelle 2 agenzie della truffa

Tutti in fila per una polizza scontata. Gli uomini chiave del blitz

PALERMO – “Proporzioni spaventose” le definiscono il procuratore aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Andrea Zoppi. Il numero delle assicurazioni truffa scoperte dai finanzieri ammonta a 238. Ad ognuna delle quali corrisponde una catena di falsi.

I clienti non mancavano

C’era un gran viavai d’altra parte nelle agenzie assicurative di Salvatore e Francesco Mendola, padre e figlio, in via Messina Marine e in via Buonriposo. I clienti erano attirati dai prezzi vantaggiosi. Non potevano certo immaginare che le tariffe scontate fossero frutto di una truffa.

Nel “sistema Mendola” un ruolo chiave avrebbe ricoperto Francesco Sideli (anche lui è finito agli arresti domiciliari) iscritto all’albo degli intermediari assicurativi. Attraverso le credenziali di quest’ultimo gli indagati entravano nel portale Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) in cui sono archiviate le informazioni sull’assicurazione, sugli attestati di rischio e sulle coperture dei veicoli.

Profili fantasma

Era un passaggio decisivo della truffa. Bisognava costruire un profilo che garantisse al cliente uno sconto sulla polizza. E così gli ignari automobilisti si sono ritrovati improvvisamente residenti a Favignana, Blufi o Scillato e con degli sconosciuti nello stato di famiglia.

Una volta scaduta la prima annualità della polizza gli indagati la ripulivano dei dati falsi. Nel frattempo avevano incassato i soldi della polizza che sui erano fatti pagare a prezzo pieno. A volte la annullavano un istante dopo avere fatto firmare il cliente che se ne andava in giro a bordo di un mezzo senza la necessaria copertura.

“Siamo nei guai”

Ad un certo punto, però, cominciarono a venire i nodi al pettine. Sideli chiamò allarmato Salvatore Mendola: “… nei guai siamo, mi telefonano dalla direzione fecero ricerche e trovarono qualche 12-13 stati di famiglia dice che sono falsi. Non lo so come cazzo andrà a finire, non lo so”.

Stamani alla porta di entrambi hanno bussato i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria. Non saranno stati colti di sorpresa alla luce della parole intercettate. Mendola rimproverava un suo collaboratore, Jonathan Varrica: “Solo un c… non se ne accorge, lo sai che lo sbiadito non lo devi usare… si vedono che sono messi sopra, non le fare più ste porcate ciao”. Troppo tardi.

Le indagini si concentrano ora sulla sfilza di documenti sotto sequestro. Potrebbe esserci dell’altro. A cominciare da una serie di passaggi di proprietà che risultano effettuati in una sola agenzia, il cui titolare ha disconosciuto il timbro.


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