Palermo, la deriva della violenza

Palermo all’età della pietra

Gli episodi di violenza. E l'indifferenza di una città

Mettiamo in fila le notizie. Giovedì una signora sta camminando a piazza Marina. Secondo le informazioni fin qui disponibili, arrivano due tizi in scooter e uno le tira una pietra in testa, tanto per farle del male. La malcapitata rimedia una ferita guaribile in dieci giorni. Poteva andare molto peggio.

Sabato sera, in zona Country, a Mondello, un altro fatto di cronaca con molti dettagli ancora da chiarire. C’è un accoltellamento, forse in calce a una rissa. Il presunto accoltellatore è stato fermato. La vittima, per fortuna, non sarebbe in pericolo di vita.

Nel frattempo, il caffè ‘Gran Torino’, patrimonio di giovani titolari tenacemente impegnati, ha raggiunto il non invidiabile record di sei ‘spaccate’.

Ora, è chiaro che a Palermo ci sono diversi problemi. Ma questa non è la solita e facilissima riflessione polemica che chiama in causa le istituzioni. Le forze dell’ordine si fanno in quattro. L’amministrazione comunale sta operando una difficile risalita, dopo anni di abbandono.

Se c’è qualcuno da chiamare in causa, meglio, sul banco ideale degli imputati, è l’intera città che osserva, con indifferenza, come se nulla la sfiorasse e niente la toccasse.

Una Palermo, in passato, capace di coagularsi intorno a battaglie di civiltà, dietro le bandiere della bella antimafia, tralasciando i vessilli del carrierismo, oggi assiste inerte alla deriva.

Lo scriviamo ostinatamente, ancora una volta: la comunità palermitana è in dissolvenza. Ognuno considera interessante solo l’evento sul marciapiede più vicino. Il resto appare lontanissimo.

Non c’è fermento, oppure è residuale, non esistono crocevia di pensieri significativi. Perfino i cosiddetti intellettuali tacciono, parlano con voce flebile, oppure raccontano storie degli anni Ottanta che restano importanti, ma più essenziale sarebbe l’urgenza del presente.

Al massimo, nell’unico rigurgito collettivo, con una stolta pervicacia, degna di peggior causa, ci si assembra nella pagina social di un onesto lavoratore ‘reo’ di avere ospitato nel suo locale lo scrittore Roberto Saviano, per attaccarlo senza alcun motivo.

Questa Palermo ha bisogno di un risveglio dal sonno dell’inerzia: ecco l’unica terapia possibile. Altrimenti tornerà velocemente, come sta già accadendo, in senso metaforico e materiale, all’età della pietra.


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