Palermo, broker, server criptati e cocaina: patto mafia-'ndrangheta

Broker, server criptati e cocaina: patto fra mafia e ‘ndrangheta

Il peschereccio carico di droga
Da un camion a Palermo al peschereccio con 5 tonnellate di cocaina

PALERMO – Maggio 2021. I finanzieri trovano 58 kg di hashish nascosti in un camion. Il mezzo è appena sbarcato a Palermo proveniente da Napoli. A bordo ci sono Rosario Foglietta e Cosimo Perricone. Hanno dei precedenti penali. Niente di rilevante, però. Deve esserci dietro qualcosa di più grosso. Parte da qui l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ieri ha portato al sequestro del peschereccio “Ferdinando d’Aragona”, a largo delle coste di Porto Empedocle, che trasportava cinque tonnellate di cocaina.

L’intuizione dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo è vincente. Individuano alcune utenze telefoniche criptate dislocate a ridosso dell’autostrada A 20 Palermo-Messina. Sono numeri olandesi connessi al server fast.m2m che consente di effettuare scambio di informazioni attraverso una rete chiamata: “Machine to Machine (M2M)”. C’è un patto fa siciliani e calabresi per riempire di droga l’Isola. La piazza più grossa resta Palermo dove c’è un consumo mensile di cocaina che supera i 35 chili. I finanzieri iniziano a mettere a segno una serie di sequestri. Complessivamente si tratta di 56 chili di cocaina e 9 di hashish trasportati da 8 corrieri che finiscono, uno dopo l’altro, in carcere.

Fra i contatti telefonici riservati ce n’è uno localizzato, a dicembre 2022, in provincia di Siracusa. Non è casuale che l’11 marzo 2023 i finanzieri individuano una nave cargo nel Canale di Sicilia. Qualche giorno dopo nelle acque antistanti Porto Palo di Capo passero vengono recuperati 68 colli per un totale di quasi 2 kg di cocaina. Li lanciano in acqua con dei galleggianti e poi qualcuno li recupera. Stavolta è andata male.

E si arriva a ieri. Nel Canale di Sicilia c’è una nave cargo che fa più cambi di rotta rispetto al tragitto dichiarato alle autorità marittime. E poi ha disattivato il sistema di rilevamento. Attende il peschereccio. Trasbordano la droga. Intervengono i finanzieri. Su ordine del procuratore Maurizio de Lucia, dell’aggiunto Marzia Sabella e del sostituto Federica La Chioma vengono fermate cinque persone. Tra questi c’è un albanese. La ‘Ndrangheta calabrese è dall’Albania che importa la droga. Il carico, destinato a raggiungere chissà quale porto europeo, ha fatto una tappa intermedia nel mare siciliano.

Ci sono dei broker legati alle famiglie mafiose palermitane che stanno facendo affari d’oro. hanno attivato il canale calabrese e fanno soldi a palate. Perdere un carico di 5,3 tonnellate è un danno enorme per l’intera organizzazione.


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