PALERMO – Condannati per bancarotta i fratelli Roberto e Fulvio Helg. Il giudice Sergio Ziino gli ha inflitto rispettivamente 4 anni e 8 mesi e 4 anni e 4 mesi di carcere. Le condanne sono meno pesanti della richiesta della Procura.
Helg e le società fallite
Il processo ruotava attorno al fallimento delle società della famiglia Helg: la Gearr srl e la Frigidaire srl. Era il 2012 e finiva la storia commerciale di un marchio noto nel settore dei casalinghi e degli articoli da regalo. Sembrava colpa della crisi ed invece, secondo il procuratore aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Andrea Fusco, il crac sarebbe stato pilotato.
Per l’ex presidente di Confcommercio e un tempo vice presidente di Gesap si tratta di una nuova condanna dopo quella subita per estorsione: chiese una tangente da 100 mila euro al pasticciere Santi Palazzolo per non ostacolare il rinnovo della concessione di uno spazio di vendita nell’aeroporto Falcone e Borsellino. Solo che Palazzolo non cedette, lo denunciò e registrò la richiesta estorsiva d’intesa con i carabinieri.
Simbolo della legalità
Erano gli anni in cui Helg rappresentava una voce autorevole nel movimento antimafia e antiracket, salvo poi finire travolto dallo scandalo e dal processo. Prima che venisse dichiarato lo stato di insolvenza furono emessi assegni dai conti aziendali in favore di persone conniventi che avrebbero poi restituiti i soldi in contanti agli Helg. Gli imputati avrebbero impartito ai dipendenti l’ordine di prelevare merce – articoli per la casa e arredamenti – dal punto vendita di via Emilia per trasferirla nel magazzino di Carini.
Ed ancora nei bilanci societari sarebbero state caricate fatture, in entrata e in uscita, per operazione ritenute fantasma. Alla fine il buco avrebbe superato i cinque milioni di euro.