Palermo, "buttafuori della mafia": condannato ma ai domiciliari

Palermo, “buttafuori della mafia”: condannato ma ai domiciliari

Andrea Catalano
Non c'è l'attualità della pericolosità sociale
IL RIESAME
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PALERMO – Confermati gli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame respinge il ricorso della Procura che chiedeva il carcere per Andrea Catalano.

Catalano è stato condannato a 8 anni in primo grado nel processo sui cosiddetti “buttafuori della mafia”, ottenendo comunque una misura cautelare meno afflittiva perché si erano affievolite le esigenze cautelari. I pubblici ministeri hanno proposto appello, sostenendo l’attualità della pericolosità sociale di Catalano e l’alto rischio di reiterazione di reati.

Il legale della difesa, l’avvocato Giovanni Castronovo, ha presentato una memoria in cui ha sottolineato che Catalano, soggetto incensurato, ha già trascorso 4 anni in carcere, che i locali (Reloy, Moro e Villa Panoramica) sono chiusi da tempo, “ragion per cui sarebbe oggettivamente impossibile reiterare analoghe condotte delittuose”. Il Tribunale della Libertà, presieduto da Antonella Pappalardo, ha rigettato l’appello.


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