PALERMO – “Tieni qua i soldi”, captarono le microspie un pomeriggio del 2020. Grazie alle immagini della videocamera piazzata dai carabinieri della compagnia di Bagheria è stato anche immortalato il passaggio di denaro fra Rosario Di Fatta, uno dei principali indagati della truffa ai danni di banche e finanziarie, e il dipendente comunale Salvatore Randazzo.
Rubavano l’identità di alcuni ignari cittadini. Taroccavano i documenti e le buste paga per chiedere prestiti oppure comprare macchine a rate. Solo che le macchine non venivano pagate, ma rivendute.
Per il piano serviva una mano all’interno del Comune e sarebbe stata individuata e trovata in quella di Salvatore Randazzo, dipendente della delegazione di via Della Capinera, nel quartiere Falsomiele, a Palermo.
È qui che sono state registrate le promesse e le dazioni di denaro. Si davano appuntamento negli orari di chiusura dell’ufficio. “Cosi ti prendi sti trecento euro… e la promessa è promessa”, diceva Di Fatta. Prima passava a Randazzo “due pizzini” con le generalità che gl interesavano e poi, a servizio ultimato, “… appena… me li dai ti do i soldi… tieni qua i soldi…”.
Nelle immagini si vede Randazzo contare 30 euro. Era un acconto sul prezzo pattuito di 300 euro. E adesso il dipendente comunale è indagato anche per corruzione perché avrebeb compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio. Di Fatta e Randazzo sono due dei cinque arrestati nel blitz di ieri, coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Chiara Capoluongo e Andrea Fusco.