PALERMO – Pistola in pugno, in pieno giorno e in mezzo alla gente che di domenica mattina si reca al cimitero in visita ai defunti.
Le foto del tentato omicidio
Sono drammatiche le immagini delle telecamere e rappresentano una delle prove che hanno portato all’arresto di Francesco Lupo per il tentato omicidio di Antonino Fragali.
Fragali, alle 9:24 del 22 dicembre, sta andando al camposanto dove è sepolto il padre. Arrivano due uomini, forse tre, a bordo di una Volkswagen Taigo. Dal sedile lato passeggero scende una persona che indossa una tuta.
Si avvicina a Fragali che si trova davanti ad uno chiosco che vende fiori. Lo colpisce a calci e pugni. Poi estrae una pistola ed esplode almeno quattro colpi. La macchina lo attende fermo, un uomo scende e lo fa risalire in fretta sul mezzo che si allontana in direzione Mondello.
Arriva una chiamata alla sala operativa del 112. Sul postosi si precipitano i poliziotti della squadra mobile e i sanitari del 118. Fragali è terrorizzato ma cosciente, dice che è stato Lupo a sparare.
Sull’asfalto restano cinque bossoli, due cartucce inesplose e il piumino colore beige K-Way utilizzato da una donna che ha tamponato la ferita alle spalla di Fragali. Atri colpi colpi lo hanno raggiunto al torace e al gluteo. Lo operano a Villa Sofia, è vivo per miracolo.
“Aveva un buco nello stomaco”
I testimoni raccontano di avere visto “due uomini che litigavano”. Poi il rumore dei colpi e le urla: “Hanno sparato, hanno sparato”. Un altro riferisce che “l’uomo aveva un buco nello stomaco”.
La sala operativa dei vigili urbani recupera i frame della scena. La macchina viene trovata in via Santa Bartolomea Capitanio allo Zen. È una vettura di cortesia data a Francesco Lupo che ha portato la sua Golf a riparare.
La pistola lanciata dal balcone
Mentre i poliziotti si aggirano per i padiglioni dello Zen, in via Fausto Coppi, dove abitano i familiari di Lupo, qualcuno lancia un sacchetto. Dentro ci sono una una pistola Beretta calibro 9 parabellum semiautomatica con il caricatore è vuoto, una chiave con la targa della Taigo, una felpa di colore grigio e un paio di jeans compatibili con quelli indossati all’uomo che ha sparato davanti ai Rotoli. Un paio di scarpe simili viene trovato a casa di Lupo.
L’indagato, assistito dagli avvocati Vincenzo Giambruno e Giovanni Castronovo, si avvale della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia. Il pubblico ministero Federica La Chioma chiede e ottiene l’arresto di Lupo dal Gip Maria Cristina Sala.
Il movente
Si indaga sul movente, ricondotto al duplice omicidio del padre e del fratello di Lupo assassinati nel 2019 dal cugino di Fragali, Giovanni Colombo.
Da allora la famiglia Fragali ha lasciato lo Zen e vive a Brancaccio “proprio per evitare – racconta un parente – che la nostra presenza, e soprattutto quella dei nostri figli, possa ingenerare in qualche familiare della famiglia Lupo desideri di vendetta”.