Palermo, i sorrisi, i vegetariani e la farmacia: le storie del Covid

Palermo, i sorrisi, i vegetariani e la farmacia: le storie del Covid

Cose che non dovremo dimenticare.
L'UMANITA' DELLA PANDEMIA
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L’umanità in tempo di pandemia è data dalle storie che non tutti conoscono. Perché stiamo a spulciare i numeri, i bollettini dal fronte, le statistiche. Alla scuola della guerra la matematica diventa la materia più importante: le cifre non mentono, ti dicono se hai perso o se stai vincendo. Ma poi c’è l’impalpabile – nel senso dell’infinita leggerezza – qualità delle cose umane. Che non entra nel calcolo, eppure fa la differenza.

Fa la differenza, con i suoi colleghi, la dottoressa Susanna Marotta (nella foto), psicologa al pronto soccorso Covid e alla terapia intensiva dell’ospedale ‘Cervello’: in quella faglia delicatissima di ricoveri. speranze e trapassi. E basta una scossa un po’ più forte, per buttare giù tutto. “Noi curiamo, soprattutto, le relazioni tra chi sta dentro e chi sta fuori – spiega la dottoressa -. E non è mai semplice. I ricoverati, spesso persone anziane, si sentono abbandonati, i parenti sono smarriti. Abbiamo messo a disposizione un tablet per le comunicazioni e il nostro apporto, mio e dei colleghi, è continuo”. Così, intorno a quello schermo fioriscono i sorrisi che, talvolta, sono quelli del commiato. “Sono contatti essenziali – spiega la dottoressa – che permettono di non recidere il legame affettivo e, quando, purtroppo, accade l’irreparabile, di garantire un addio con dignità e affetto”.

Fanno la differenza i ragazzi della struttura commissariale di Palermo che oggi sono stati in trasferta all’Albergheria e hanno vaccinato quasi duecento persone. E narrano che ci fosse l’uomo delle stigghiole, figura proverbiale nelle borgate, e che abbia chiesto, subito accontentato, di ricevere la somministrazione dal commissario Renato Costa in persona. Nota a margine: il dottore Costa non mangia carne, meno che mai le stigghiole, perché è vegetariano, dunque ha dovuto declinare il pressante invito alla consumazione gratuita. Solo Palermo può offrire uno spaccato di vita che è sempre l’altro nome del teatro. E adesso sono scene che, grazie a Dio, cominciano a farci sorridere.

I vaccini all’Albergheria

E poi c’è una farmacia, a Mondello, a due passi dal mare: paesaggi che non sono appannaggio di ogni luogo. Il dottore Antonello Niceta vaccina da mattina a sera. E di sera entra un ragazzo del Bangladesh, timoroso, confuso, che deve vaccinarsi. Ha ricevuto l’altra dose altrove, c’è un problema di database. Bisogna perderci tempo. Il dottore Niceta e i suoi collaboratori si fanno in quattro. Si dedicano al problema come se fosse un discorso personale. Trovano la soluzione al rompicapo. Vaccinano il ragazzo. E sorridono come dopo un gol. Quando racconteremo la storia tremenda di una pandemia già consumata, ci verranno addosso le lacrime, certamente. Ma non dovremo dimenticare i sorrisi raccolti per strada, come benedizioni.

Il dottore Antonello Niceta

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