Palermo, il Molo Trapezoidale e la 'rivoluzione della normalità'

Palermo, il Molo Trapezoidale e la ‘rivoluzione della normalità’

Perché l'inaugurazione può essere l'inizio di un cambiamento

PALERMO – Il Molo Trapezoidale, quella zona riqualificata e restituita alla comunità, è il simbolo di una rivoluzione in atto, suggellata dalla presenza del Presidente Mattarella. Pure qui è possibile, se si vuole, mettere in campo progetti, offrire qualcosa che renda partecipi di una bellezza dai risvolti pratici.

“Uno spazio pubblico per la città, una grande opera che darà ulteriore impulso all’occupazione”, ha ricordato Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità portuale, principale artefice del percorso virtuoso che, tra assunzioni, risultati e rispetto dei tempi, sta capovolgendo il paradigma dell’inefficacia. Questa rivoluzione è, oltretutto, simbolicamente profonda, perché contribuisce a spezzare il circolo vizioso della schizofrenia tra visione e pragmatismo, considerati irriducibilmente alternativi.

Per anni, invece, abbiamo considerato i traguardi più ambiziosi irraggiungibili, come se fossero consegnati esclusivamente a un’idea mistica. Discutere della ‘città da fare’ risultava quasi volgare. L’incuria, la sporcizia e il mancato senso di appartenenza, nell’abbandono, hanno rafforzato il disinteresse, precipitando tutto nell’abisso dell’invivibilità.

Ora, finalmente, facciamo i conti con la buona provocazione di una sfida senza compromessi. Dove ci sono le cattedrali, non può esserci il deserto. Dove ci sono persone che lavorano per la comunità, non c’è spazio per gli indolenti. Il nuovo sguardo verso il mare non deve essere violentato dal cassonetto maleodorante.

La speranza di una svolta non ha affatto bisogno del cinismo seminato dalla voluttà della rassegnazione. Si tratta di ricucire i lembi, tra splendore e degrado, per realizzare l’obiettivo che Palermo non ha mai raggiunto, perché, in fondo, lo ha sempre temuto. Il sogno più difficile di tutti. Si chiama normalità.


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