Palermo, il virus e la Santuzza | Ma solo noi riusciremo a salvarci - Live Sicilia

Palermo, il virus e la Santuzza | Ma solo noi riusciremo a salvarci

Guardiamo Palermo da lontano. Ma torneremo a percorrerla, se saremo attenti. Dipende da noi.

Coronavirus
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Palermo nostra, quanto ci manchi, ora che siamo lontani e che l’unico rapporto con te viene da una finestra o da un balcone. E quanto mostra la corda quella pur argutissima battuta: “Io non sto a Palermo. Io sto a casa mia”. Può strappare un sorriso finché ‘casa’ resta una scelta personale di isolamento, non quando l’unico spazio disponibile è la traversata camera da letto-cucina-soggiorno. Un cammino ormai familiare che percorriamo con tremori e tute. Perché la paura, ormai, è il nostro vestito più aderente.

Ma se c’è, forse, qualcosa che si può imparare sta nel seguente insegnamento. La paura ha una sorella chiamata speranza. Tanto più grande è la prima, tanto più la seconda arriverà in soccorso.

E si intravvede sui social chi lancia l’appello a Santa Rosalia. La Santuzza già una volta ci liberò dalla peste. Non potrebbe concedere il bis al suo popolo che, a mani giunte, invoca la normalità?

Comprensibile, perfino bello se il sentimento della devozione viene espresso in termini poetici. Tuttavia, ecco la verità: dovremo salvarci da soli. Il professore Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, lo ha detto con chiarezza: “E’ possibile che al Sud possa esserci una circolazione più limitata del nuovo coronavirus e che i picchi di pazienti che necessitano di terapia intensiva non siano così importanti come è stato al Nord, a patto che si rispettino le attuali misure stringenti di contenimento”.

Molto dipenderà dalle istituzioni. Non sono più ammessi né tentennamenti, né brodini caldi. Le risposte alla pandemia devono essere cinesi, estreme e improntate a ridurre drasticamente la circolazione, con una vigilanza ossessiva. Solo così la prospettiva indicata dal professore Brusaferro potrà inverarsi. Il Coronavirus non è tema per un dibattito ideologico, è una atroce urgenza e va affrontata a mani nude, non inseguendola, semmai anticipandola. Per esempio, l’arrivo dei treni carichi dalla Lombardia si sarebbe dovuto evitare a tutti i costi.

Moltissimo dipenderà da noi, dal nostro comportamento. Il personaggio del palermitano ‘sperto’, che se ne frega delle regole, appunto perché si sente furbo e dalla violazione ricava un senso ridicolo di superiorità, è il nostro peggior nemico. Chiunque ha l’obbligo, per sé e per gli altri, di comportarsi bene. Chiunque ha il dovere di denunciare atteggiamenti contrari al buonsenso, abbandonando ogni tentazione di omertà.

Invochiamo pure la Santuzza, se vogliamo, se la preghiera ci rincuora. Ma questa tremenda peste contemporanea saremo noi a sconfiggerla. Noi o nessun altro.

 


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