Palermo, Imu sbagliata: il Centro padre nostro vince la causa

Imu sbagliata, il Centro Padre Nostro di Brancaccio vince la causa

Il Centro Padre Nostro di Brancaccio
La tassa sugli immobili deve essere meno pesante

PALERMO – La Corte giustizia tributaria di secondo grado dà ragione al “Centro di accoglienza Padre Nostro“: deve pagare l’Imu, ma la tassa sugli immobili va calcolata sulla metà dei metri quadrati previsti dal Comune.

Braccio ferro per l’Imu

L’ennesima puntata del braccio di ferro fra l’amministrazione comunale e l’associazione che da anni opera a Brancaccio nel solco tracciato da don Pino Puglisi è stata scritta dal collegio presieduto da Pino Zingale.

Stessa cosa era avvenuta per la tassa sui rifiuti, ora tocca all’imposta a carico di chi è proprietario di un immobile per gli anni 2016, 2017 e 2018.

Il centro guidato da Maurizio Artale aveva impugnato gli accertamenti. I giudici di secondo grado hanno confermato la decisione, con la sola variazione che riguarda due campi di calcetto affidati in gestione.

Commentando la notizia degli accertamenti dell’ufficio Tributi di piazza Giulio Cesare, Artale aveva puntato il dito contro l’amministrazione del sindaco Roberto Lagalla. Motivo del contendere l’Imu su alcuni immobili che il Centro sostiene di non avere più e la Tari sull’auditorium intitolato a Giuseppe Di Matteo e calcolata su mille metri quadrati ma che in realtà sono la metà.

Artale contestava di avere inviato delle Pec sette anni fa senza avere ricevuto alcuna risposta. Nel frattempo il Comune ha trattenuto le somme alla fonte sui servizi ricevuto in affidamento dal Comune.

Il Centro non svolge attività commerciale

Ci sono volute due sentenze per stabilire i calcoli esatti e per dichiarare che il “Centro di accoglienza Padre Nostro” non svolge attività commerciale, ma iniziative istituzionali e sociali. Quindi non deve pagare l’Imu.

Nel frattempo, però, il Comune di Palermo non ha comunicato all’Agenzia delle Entrate che la riscossione dell’Imu doveva essere sospesa dopo che Commissione tributaria, in primo grado, aveva dato ragione al Centro. Di conseguenza è stata notificata una cartella esattoriale in cui si intima di pagare entro 60 giorni una tassa non dovuta di 6.796 (e cioè la differenza tra quanto richiesto dal Comune e i 16 mila euro già pagati). Sono decine, tra terreni e immobili, le “proprietà” gestite dal centro.


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