Palermo-Lourdes, il treno dei malati non partirà più. “Troppe difficoltà”

Palermo-Lourdes, il treno dei malati non partirà più. “Troppe difficoltà”

Ma ci saranno ancora l'aereo e il treno della sezione orientale
IL VIAGGIO DELLA SPERANZA
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PALERMO- Quello partito, qualche giorno fa, è stato l’ultimo treno Unitalsi verso Lourdes da Palermo. L’associazione cattolica che impegna i suoi valorosi volontari nell’assistenza agli ammalati continuerà a occuparsi di loro, ad accompagnarli negli spostamenti in aereo alla volta della grotta in cui la giovane Bernadette raccontò di avere visto “la Signora vestita di bianco”.

Il treno Unitalsi da Palermo, come gli altri colleghi su rotaia, è lo specchio di mille storie di speranza che hanno abbracciato il dolore di tutti. Una che si ricorda è la vicenda di Fratel Biagio Conte che si alzò dalla sedia a rotelle, nel cuore di un viaggio indimenticabile. Fu la stessa diocesi di Palermo ad attribuire la guarigione a una grazia.

La notizia della cancellazione la offre, con sincero rammarico, Loredana Picone, figura storica del volontariato, presidente della sezione Unitalsi della Sicilia occidentale.

Resta l’aereo con il treno da Messina

“Ogni sezione – spiega – conserva la sua autonomia. In Sicilia abbiamo un’organizzazione occidentale e una orientale. I problemi che registriamo sono tanti e restano legati ai tempi di percorrenza sempre più lunghi, ai costi sempre più insostenibili, rispetto alle risorse di cui disponiamo, all’età dei passeggeri che aumenta e che rende più complicato il trasferimento sui binari. Oltretutto, ci sono sempre meno presenze. Ecco perché è stata presa, a malincuore, una decisione”.

“Questa partenza – continua Loredana – è stata, purtroppo, l’ultima, non ce ne saranno altre da Palermo. Continueremo a stare accanto alle persone che scelgono l’aereo, l’altra opzione disponibile. Se ci sarà necessità di trasferire qualcuno in barella, faremo di tutto per accontentarlo. Chi vuole viaggiare in treno potrà continuare a farlo da Messina”.

In calce a un commiato, tornano alla memoria pagine e pagine scritte sul desiderio umanissimo della fine di ogni sofferenza.

“La nostra sezione c’è da novant’anni – prosegue il racconto di Loredana Picone -. Io sono impegnata da circa trent’anni. I vagoni dell’Unitalsi rappresentano una esperienza incredibile che permette il cementarsi di rapporti che non si spezzano più. Il pellegrinaggio più recente è stato meraviglioso. Lo ripeto: siamo veramente dispiaciuti”.

“Segni prodigiosi”

“Il fatto non è semplice da digerire – dice padre Raimondo Abbandoni, vice-assistente della sezione -. Ma è bene precisare che il servizio per la Sicilia non scompare, ci appoggeremo alla sezione orientale, se qualche fratello in barella non può utilizzare l’aereo. Verremo incontro a tutti”.

“Io ho cominciato nel 2011, con la scuola, e ho visto segni inequivocabili della grazia – spiega padre Raimondo -. Un’alunna non credente mi disse: ‘padre, a Lourdes ho scoperto il volto più bello dell’uomo’. Un professore ha trovato la fede. Sì, abbiamo assistito a cambiamenti prodigiosi”.

La guarigione di Fratel Biago

Era la primavera del 2013. Un uomo col saio, sofferente, in carrozzina, prese il treno. Fratel Biagio Conte si unì a quella folla in marcia. Giunse a Lourdes. E guarì. In seguito raccontò: “Per me è stata una grazia inaspettata che ho ricevuto dal buon Dio che ha incaricato la sua Madre Maria. Io ho sempre avuto a cuore la Vergine, ma non mi ero mai recato nel santuario di Lourdes, un viaggio che è stato possibile grazie all’Unitalsi che mi ha invitato insieme ai malati”.

“Noi non abbiamo mai dimenticato i suoi occhi azzurri – conduce Loredana -. Lui stesso cercò di nascondere l’evento, fino a quando fu possibile”. La guarigione di Biagio, una delle storie fiorite dai binari del treno Unitalsi, nella benedizione del corpo o dello spirito, in fondo, le riassume tutte. Cosa può chiedere la fragilità al cielo, se non la liberazione dall’angoscia e dal male? Cos’è la speranza, se non già un miracolo?


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