Palermo, il boss Seidita e i fedelissimi: chi sono i 21 condannati

Mafia, boss e gregari della Noce: ventuno condannati, un solo assolto

L’elenco dei condannati si apre con Giancarlo Seidita

PALERMO – Sarebbero boss, gregari e picciotti della manovalanza del mandamento mafioso della Noce. Ventuno condanne e un solo assolto.

Il funerale e l’investitura

L’elenco dei condannati si apre con Giancarlo Seidita, considerato il reggente del mandamento, subentrato al cugino Giovanni Nicoletti, deceduto nel 2020 per una malattia. Il funerale sarebbe stata l’occasione per mostrare la sua supremazia. Fra le prime incombenze ci fu l’organizzazione delle esequie.

Dopo tre giorni dalla morte ai familiari di Nicoletti furono dati i soldi che spettavano ai parenti dei detenuti: “… per tutti… io penso che per questo mese allo zio glieli dà”. Nicoletti era morto, ma l’aiuto economico sarebbe stato garantito anche in futuro.

Uomo dei Lo Piccolo

Il blitz della squadra mobile nel 2022 riportò in cella Seidita, scarcerato nel 2018 per fine pena. Nel 2008 i boss Lo Piccolo di San Lorenzo, che lo avevano “combinato”, decisero di affidargli il potere. Dopo la pausa forzata avrebbe ripreso in mano il bastone del comando in una stagione di magra per le casse mafiose.

Nella scala gerarchica, subito sotto Seidita, secondo il procuratore aggiunto Paolo Guido e il sostituto Giovanni Antoci, ci sarebbero stati Pietro Tumminia e Daniele Formisano che si sarebbero succeduti alla guida della famiglia di Altarello. Agli atti delle indagini ci sono anche le ricostruzione di alcuni incontri con boss di altri mandamenti.

L’elenco degli imputati

Questi gli imputati davanti al giudice per l’udienza preliminare Angela Lo Piparo: Dario e Gianluca Albamonte 1 anno, 9 mersi e 10 giorni ciascuno per ricettazione dei soldi utilizzati per aiutare i parenti di un detenuto, Giacomo Abbate 14 anni, Davide Cacioppo assolto (difeso dall’avvocato Alessandro Pergolizzi, era imputato per ricettazione), Paolo Castelluccio 14 anni, Salvatore Cinquemani 12 anni, Giovanni D’Alba 4 anni, Angelo De luca 10 anni, Guglielmo Ficarra 15 anni e 4 mesi.

Ed ancora: Daniele Formisano 20 anni, Giovanni Giordano 14 anni, Emanuele Girgenti 1 anno, 9 mesi e 10 giorni (per ricettazione); Paolo Gulotta 14 anni e 8 mesi, Vincenzo Landolina 9 anni, Andrea Parisi 2 anni e 8 mesi, Francesco Scaglione 14 anni, Tommaso Sciacovelli 3 anni e 6 mesi (difeso dall’avvocato Filippo Gallina, è stato condannato per intestazione fittizia ma è caduta l’accusa di mafia), Giancarlo Seidita 20 anni.

L’elenco prosegue con Antonino Tognetti 6 anni e 8 mesi (difeso dall’avvocato Giovanni Mannino, ha retto l’accusa di estorsione e caduta quella di mafia), Felisiano Tognetti 14 anni, Pietro Tumminia 14 anni, Nicolò Zarcone 8 anni. Le pene sono già scontate di un terzo come previsto dal rito abbreviato.

Dovranno risarcire le parti civili: Comune di Palermo, rappresentato dall’avvocato Ettore Barcellona, Fondazione Falcone e Centro Pio La Torre, assistiti dall’avvocato Francesco Cutraro; Fai (avvocato Valerio D’Antoni), Solidaria, Sportello di Legalità, Sos Impresa (avvocati Fausto Amato e Maria Luisa Martorana), Confcommercio Palermo (avvocato Fabio Lanfranca).


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