Palermo, marzo 2022. Una lista di nomi e un personaggio che rispunta dal passato. I carabinieri ricostruiscono un incontro fra Giovanni La Rosa e Amedeo Florulli. Il primo è stato arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di avere guidato per un periodo la famiglia mafiosa di Villabate. Il secondo è un volto noto alle cronache.
Florulli, 58 anni, è un pregiudicato per mafia. Dal 2021 è in libertà vigilata con obbligo di lavoro in una parrocchia a Villabate dopo avere scontato una condanna per mafia. Una grossa fetta della sua vita l’ha trascorsa in carcere. Era stato arrestato nel blitz “Ghiaccio” che svelò il ruolo di capomafia di Brancaccio del medico Giuseppe Guttadauro, di recente tornato in carcere. Florulli era tra gli imputati che subirono la pena più pesante.
La lista dei detenuti
L’elenco dei 18 detenuti a cui dare sostegno economico
Nell’incontro con La Rosa discutevano del blitz che aveva coinvolto Maurizio Di Fede, uomo forte nel rione Roccella: “Dentro casa gli hanno trovato il libro mastro il mio nome…”. In effetti nelle conversazioni di Di Fede si parlava spesso di soldi da fare pervenire ai familiari di diversi detenuti. Fu trovato un libro mastro con 18 nomi, tra cui gli ergastolani Luigi Giacalone (uno dei carcerieri del piccolo Giuseppe Di Matteo il bambino rapito e strangolato nel tentativo di zittire il padre collaboratore di giustizia) e Salvatore Faia (killer del gruppo di fuoco di Leoluca Bagarella, in carcere dal 1995.
Nel libro paga risultava anche il nome di Amedeo Florulli; “Amed 750 già dati”, c’era scritto. A volte erano le donne ad avanzare le richieste: “Che ci deve fare la moglie di Amedeo? Confronto a Concetta signora è. Quella è capace che arriva e gli va a chiedere i soldi”.
Florulli e La Rosa non parlavano solo di soldi. “Permettetemi di farlo quando posso fare qualcosa per te non te lo scordare mai te lo dico perché io non ho più niente a che fa spartire con là sotto”. A cosa si riferiva? Gli investigatori non escludono che Florulli si fosse messo a disposizione della famiglia di Villabate, smarcandosi da “là sotto” cioè da Brancaccio. La Rosa non era d’accordo, temeva che qualcuno potesse non gradire. E Florulli tagliava corto: “No, no, no”.