Villabate, mafia e pizzo: "Questo latitante si butta", 4 arresti

Villabate, mafia e pizzo: “Questo latitante si butta”, 4 arresti

Avrebbero ripreso in mano il potere dopo l'onta del pentimento del boss
PROVINCIA DI PALERMO
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PALERMO – Avrebbero serrato i ranghi e ricostruito la famiglia mafiosa di Villabate dopo l’onta del pentimento del boss Francesco Colletti. La Procura della Repubblica con un fermo urgente blocca quattro personaggi noti alle cronache giudiziarie.

Chi sono i fermati

I carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno arrestato Francesco Terranova, Giovanni La Rosa, Salvatore Lauricella e Vito Traina. Secondo la Direzione distrettuale antimafia, era concreto il pericolo di fuga di Lauricella e bisognava interrompere alcune estorsioni in corso. Il fermo passa ora al vaglio del giudice per le indagini preliminari.

Pericolo di fuga

I militari hanno riscontrato strane manovre. Lauricella, che attende di conoscere a breve l’esito in Cassazione di un processo che lo vede imputato, avrebbe accumulato soldi in contanti e venduto l’attività di auto usate che gestiva a Villabate. Secondo l’accusa, progettata la fuga: “Appena fissano la Cassazione vendo anche le vetrate, lascio solo i muretti“, diceva. “Questo latitante ora su butta“: è una delle frasi intercettate a Villabate.

Lauricella è figlio di Antonino, il boss del rione Kalsa di Palermo, oggi libero per fine pena, che prima di essere arrestato si diede alla latitanza. Ed è anche fratello di Mauro Lauricella, condannato per l’estorsione commessa per conto dell’ex calciatore del Palermo Fabrizio Miccoli.

L’operazione “Cupola 2.0”, nel maggio 2018, aveva fotografato la restaurazione di Cosa Nostra. Al vertice con i boss di Palermo partecipò anche Colletti, che poi decise di collaborare con la giustizia. La famiglia mafiosa di Villabate era stata “sciolta”.

I fermati di oggi, scarcerati per fine pena, avrebbero cercato di recuperare l’onore e il potere perduto. La famiglia sarebbe stata ricostituita ed è partita la stagione del pizzo. La Rosa e Terranova si sarebbero passati lo scettro del comando, ai loro ordini avrebbe agito Lauricella e Traina. Il fermo porta la firma del procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dell’aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Francesca Mazzocco e Gaspare Sedale

Tre le direttive della nuova famiglia: “pacificazione” con gli operatori imprenditoriali e commerciali economicamente più fragili; limitazione della criminalità predatoria; controllo dello spaccio di droga.

“Cosa Nostra non è rassegnata”

Il blitz, si legge in una nota del comando provinciale di Palermo, guidato dal generale Giuseppe De Liso, fotografa una Cosa Nostra “affatto rassegnata a soccombere ma impegnata, attraverso il continuo richiamo alle proprie regole fondanti, a riorganizzare le proprie fila per proporsi sul territorio con maggiore credibilità e autorevolezza”.


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