Mafia, dal "samurai" al figlio di don Ciccio: gli americani del blitz

Mafia, dal “samurai” al figlio di don Ciccio: chi sono gli americani del blitz

I nomi legati alla famiglia Gambino

PALERMO – C’è il lato palermitano e quello americano. Due facce, secondo l’accusa, della stessa medaglia “mafiosa”. Dei diciassette fermi disposti dalla Procura di Palermo dieci sono stati eseguiti a New York. L’asse con la Grande Mela resiste al tempo e agli arresti.

Gli americani arrestati

L’elenco si apre con Vito Rappa, figlio di don Ciccio, il padrino ottantunenne garante dell’alleanza. E prosegue con Joseph Lanni, noto anche come “Joe Brooklyn” o “Mommino”, considerato un pezzo grosso della famiglia mafiosa Gambino; Diego “Danny” Tantillo, Angelo Gradilone, noto anche come “Fifi”, James Laforte, Francesco Vicari (“Zio Ciccio”), Salvatore Di Lorenzo, Robert Brooke, Kyle Johnson (“Twin”) e Vincent Minsquero, (“Vinny Slick”).

Pizzo a tappeto

Sono decine i taglieggiamenti contestati alla famiglia Gambino nei confronti di imprese edili e trasporti newyorkesi. I “cugini” americani andavano a lezione di mafia dai siciliani. Sul fronte del pizzo meglio “fare pagare meno, ma fare pagare tutti”. “Cosa nostra palermitana interagisce con quella newyorkese con modalità che si sono andate adeguando al passare del tempo”, spiega Vincenzo Nicolì, capo dello Sco della polizia. Che aggiunge: “I clan palermitani sono ancora in grado di fornire indicazioni organizzative agli americani su come condurre le attività, in particolare quelle estorsive: limitare i guadagni pur di fare estorsione, anche abbassare le pretese pur di estorcere e controllare il territorio“.

L’estorsione, spiega il questore di Palermo Maurizio Calvino, “rimane la forma capillare di controllo del territorio da parte di Cosa Nostra e viene attuata oltreoceano con le stesse modalità e finalità con cui è attuata nel nostro territorio. Un metodo estorsivo che impone una diffusione più capillare”.

“Mano pesante”

A volte gli americani hanno calcato la mano. Si parla di danneggiamenti a colpi di mazza e incendi. Rappa intercettato diceva che Francesco Vicari, uno dei fermati, si comportava come “l’ultimo dei Samurai” quando usava il coltello per minacciare una vittima del pizzo che, alla fine, decise di pagare 4 mila dollari. Andò peggio al centralinista di una ditta di demolizioni preso a colpi di martello e ad un imprenditore aggredito all’angolo di una strada nel centro di Manhattan. Poi andavano tutti a festeggiare. Mangiate e champagne, come facevano i vecchi padrini.


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