Palermo, la mafia e l'affare dell'oro: gli uomini del riciclaggio pedinati

La mafia e l’affare dell’oro: gli uomini del riciclaggio pedinati

Milioni di euro in gioielli razziati nelle case dei palermitani

La Gold&Gold comprava l’oro e lo fatturava (la cifra supera i 5 milioni di euro) e così sarebbe stato ripulito. Il pagamento finale sarebbe avvenuto tramite bonifici a numerosi “soggetti compiacenti” che poi restituivano i soldi ai Luca. Tra questi ci sarebbe anche Salvatore Di Simone, titolare di un ‘compro oro’ in via Cuba. È stato pedinato mentre si incontrava in via Generale Arimondi con Vincenzo Luca: “… mettili qua tè mettili qua dentro… mettili qua dentro che me ne vado amunì… ventuno…”, le microspie avrebbero registrato la consegna di ventuno mila euro in contanti.

I “soggetti compiacenti” avrebbero infine restituito ai Luca i soldi in contanti. I finanzieri li hanno seguiti mentre prelevavano il denaro negli uffici postali. Sarebbe accaduto con Giuseppe Monti in piazza Principe di Camporeale che raggiungeva Salvatore Di Simone al quale consegnava qualcosa che quest’ultimo metteva subito in tasca. Erano soldi, secondo gli investigatori.

Servivano sempre persone nuove disposte ad intestarsi i conti per le operazioni. Così diceva Di Simone: “… io gli ho dato i picciuli… ho aperto il conto … e poi non vuole travagghiar”? Non esiste questo! Mi ridà i soldi indietro […] io ho uscito cinquecento … gli dici a sua madre che prende cinquecento euro e me li dà e gli chiudiamo i conti Terè”.


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