Palermo, Russo e il centro commerciale: ombre sul Comune

Russo e il centro commerciale: ombre sul Comune, “ti apro la strada”

Non solo voti, ma anche grossi interessi commerciali

PALERMO – Non solo voti, ma anche grossi interessi commerciali. Si addensano ombre sulla burocrazia comunale. Un gruppo imprenditoriale voleva costruire un centro commerciale accanto al Forum di Brancaccio, di cui la nuova struttura di fatto doveva essere un’appendice.

“Padre politico del progetto”

“Padre politico” del progetto sarebbe stato il consigliere Mimmo Russo, arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, estorsione aggravata e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Si sarebbe attivato per sbloccare la variante del piano regolatore affinché venisse cambiata la destinazione d’uso dei terreni su cui doveva sorgere la struttura: da verde agricolo a uso commerciale.

“Lo scopo finale di questa manovra – secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo – sarebbe stato quello di consentire a Russo di appuntarsi il merito della costruzione del centro commerciale con gli imprenditori ed i professionisti interessati, in cambio del quale avrebbe potuto promettere assunzioni presso il medesimo centro commerciale in occasione delle elezioni comunali del 2022 alle quali si è presentato come candidato”. Fu la tornata elettorale in cui il consigliere comunale di Fratelli d’Italia mancò la rielezione.

Il meccanismo era consolidato: i posti di lavoro incassati da soggetti a cui aveva fatto favori venivano usati insieme a denaro, buoni benzina o cibo come merce di scambio con esponenti mafiosi in cambio voti.

Il testimone e il Forum

Al centro commerciale nel quartiere Roccella erano interessate le società Building Plot e Building Plot II, legate alla società che ha realizzato il Forum. La richiesta per costruire fu bocciata dal Suap nel 2019 perché in contrasto con il piano regolatore. Serviva una variante urbanistica che doveva passare dal voto del Consiglio comunale. Le società non si arresero e presentarono una nuova istanza nel 2020.

Niente da fare. Per tentare di risolvere il blocco burocratico si sarebbero attivati Achille Andò, faccendiere massone finito ai domiciliari, e il figlio Giuseppe, avvocato. Il padre salta fuori anche nella precedenza costruzione del Forum. Agli atti dell’inchiesta ci sono, infatti, le dichiarazioni di Rosario Vinci, incaricato di coordinare i lavori del centro commerciale. Era collaboratore dell’imprenditore Franco Cardinali e si occupò dell’acquisto dei terreni. Nel 2018 raccontò ai pubblici di tentativi falliti di avvicinare i politici per sbloccare la pratica. In particolare “Achille Andò gli chiese di avvicinare l’assessore regionale Francesco Cascio ma Cascio si era rifiutato”.

Poi parlò di presunte tangenti da pagare nel 2007 per sbloccare i lavori: “Una busta conteneva 150 mila euro, avrei dovuto darli ad Andò, lui avrebbe dovuto utilizzare parte della somma, centomila euro, per corrompere Alberto Campagna, all’epoca presidente del consiglio comunale di Palermo, affinché favorisse la pratica”. Ed ancora che Andò “era stato pagato da Cardinali per intrattenere rapporti con i mafiosi palermitani per la costruzione del centro commerciale Forum”.

Un grosso giro di soldi che però si perde, senza conoscerne la destinazione finale, senza sapere se siano stati effettivamente sborsati. Lo stesso Vinci, ormai sei anni fa, ha spiegato che “io poi ho saputo da Cardinali che praticamente in 3-4 anni lui ha dato più di 100.000 euro ad Achille (Andò, ndr) per me, ma Achille a me non me li ha dati mai”.

Russo alla commissione urbanistica

“Con Mimmo Russo abbiamo aperto un capitolo importante e lo dobbiamo chiudere… e quello che realmente può fare la differenza in questo momento”, diceva Andò. Nel frattempo Russo era diventato presidente della commissione urbanistica e, aggiungeva Andò, avrebbe iniziato a chiedere agli uffici comunali “perché non mi portate questa variante?”.

I carabinieri del Nucleo investigativo hanno recuperato una nota dell’area tecnica comunale. Si tratta di un documento interno che sarebbe stato fatto leggere in anteprima a Russo e Andò prima di essere protocollato. Nella nota, datata ottobre 2021, si glissava sulla netta bocciatura della precedente richiesta, “mostrando disponibilità – si legge negli atti dell’inchiesta – a prendere in considerazione proposte di variante al Prg esistente con la falsa scusa che si trattasse solamente di anticipare una decisione già presa dal Consiglio comunale”.

“Io ti apro la strada”

Un cambio di rotta, merito dell’intervento di Russo che, secondo l’accusa, dettava la linea alla burocrazia comunale. Il 25 febbraio 2022 il consigliere comunale fece sapere di avere parlato con qualcuno allo sportello unico per l’edilizia. La risposta ricevuta sarebbe stata rassicurante: “Io ti apro la strada”.

Il Consiglio comunale successivamente approvò lo schema di massima di un nuovo piano regolatore: all’area fu attribuita una destinazione commerciale e non più a verde agricolo. Il nuovo complesso veniva inquadrato come un ampliamento del Forum.

Ci sono stati degli incontri con alcuni dirigenti comunali. Con uno in particolare la confidenzialità desta sospetti (“prono ai desideri” del politico), tanto che secondo la Procura di Palermo, “la competente area dell’ufficio urbanistica del Comune avrebbe confezionato un atto rispondente all’interesse al gruppo imprenditoriale”.

A fare saltare i piani intervenne una legge regionale che cambiava l’iter da seguire. Non bastava più la sola variazione del piano regolatore. In ogni caso il progetto, come ha confermato il dirigente comunale Graziella Pitrolo, fu bocciato perché ritenuto carente in diversi punti. “Mai ricevuto pressioni”, ha detto il dirigente.

Qualcun altro, però, potrebbe avere strizzato l’occhio sottotraccia a Mimmo Russo che attendeva l’imminente pensionamento del dirigente Pitrolo considerata un ostacolo. La nuova legge cambiò tutto e spense le aspirazioni di Mimmo Russo e Gregorio Marchese, pure lui finito ai domiciliari, che puntavano ad avere un pacchetto di assunzioni.


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