Palermo, "modelle costrette a prostituirsi": due agenti condannati

Palermo, “modelle costrette a prostituirsi”: agenti condannati

Il giro ruotava attorno alla Vanity Models Management

PALERMO – Sentenza confermata. Anche per i giudici di appello l’agenzia non reclutava modelle, ma ragazze da fare prostituire. Il collegio presieduto da Antonio Napoli ha condannato tutti e tre gli imputati.

Undici anni sono stati inflitti a Francesco Pampa, quattro anni al socio Massimiliano Vicari, due anni a Filippo Giardi.

Pampa era titolare della Vanity Models Management. Avrebbe reclutato le ragazze con il miraggio di una rapida carriera nel mondo della moda e dello spettacolo. Egli stesso avrebbe avuto rapporti sessuali con alcune di loro.

La prima ad accorgersi di tutto è stata la madre di una giovane modella. Era stata messa in allarme dal fidanzato della figlia. I poliziotti iniziarono a indagare e alla fine venne fiori che una casa a Monreale e la sede dell’agenzia al civico 73 di via Catania, a Palermo, erano diventate le basi operative di un grosso giro di prostituzione. Sono sei le ragazze diventate “modelle del sesso in trasferta”.

“Per me era un idolo e siamo diventate carne da macello”, ha raccontato una delle ragazze. A quindici anni si poteva finire nella rete degli sfruttatori, credendo davvero che ci fosse affetto negli abbracci che si ricevevano. Le ragazze hanno raccontato di essere diventate “limoni da spremere” in mano agli adulti.

Si spostavano in trasferta, alloggiavano in grandi alberghi. E poi sarebbero state organizzate serate a base di sesso, ostriche e champagne.

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Il giudice ha riconosciuto una provvisionale alle ragazze che si sono costituite parte civile con l’assistenza degli avvocati Nino e Marco Zanghì, Giuseppina Cicero, Silvia Sansone, Alessandro Martorana e Gianmaria Saitta. Il danno definitivo sarà stabilito in sede civile.

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