Giunta, Partecipate e Gesap| Orlandiani di ferro al comando - Live Sicilia

Giunta, Partecipate e Gesap| Orlandiani di ferro al comando

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando

Tempo di nomine al Comune. Il Professore si affida ancora agli uomini storicamente vicini

PALERMO – Tempo di nomine al Comune di Palermo. Tra società partecipate e realtà non interamente di proprietà di Palazzo delle Aquile ma comunque decisive, aumenta la platea dei fedelissimi del Professore destinati a occupare posizioni di comando.

Il caso più eclatante è quello della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto Falcone-Borsellino. Scalo su cui il capoluogo siciliano esercita un controllo pressoché totale: al 31,5% delle azioni di piazza Pretoria si sommano infatti il 41,3% dell’ex Provincia, oggi Città metropolitana. E siccome per legge il sindaco della città di Palermo è anche sindaco dell’intera area metropolitana, ecco che il primo cittadino del capoluogo gestisce da solo oltre il 70% della società, la cui restante parte è divisa tra la Camera di Commercio (quasi 23%) e vari soci minori (comune di Cinisi al 3% e altri). In poche parole significa che l’amministrazione di Palazzo delle Aquile può esprimere sia il presidente della Gesap che l’amministratore delegato, oltre ad altri due consiglieri su cinque.

Una sorta di monocolore all’apparenza intoccabile, ma che nelle ultime settimane ha vissuto un cambio traumatico: a sorpresa si sono infatti dimessi tre consiglieri considerati vicinissimi a Orlando, ossia l’ad Giovanni Scalia, Cleo Li Calzi e Domenico Cacciatore, con l’obiettivo di far decadere l’intero cda e spingere il presidente Tullio Giuffrè alle dimissioni. E dire che Giuffrè era stato scelto proprio dal sindaco Orlando, che lo ha avuto come assessore alla Mobilità e doveva rappresentare la continuità con la gestione Giambrone. Peccato che qualcosa sia andato storto e che i rapporti si siano ridotti ai minimi termini, tanto da spingere il Professore a optare per la soluzione più drastica.

Il sindaco ha così riconfermato in blocco i tre dimissionari e nominato alla presidenza un altro fedelissimo, ossia Francesco Randazzo: imprenditore di lungo corso, è stato scelto nel 2012 per guidare la Sispi, società partecipata del Comune, e ha attraversato le due sindacature praticamente indenne e sempre al suo posto. La Sispi è considerata uno dei gioielli di famiglia del Comune e il Professore l’ha sottratta all’appetito dei partiti, tenendola per sé: una linea che non dovrebbe cambiare, visto che Orlando sarebbe deciso a nominare un altro fedelissimo come nuovo presidente. A Randazzo toccherà guidare la Gesap in una fase delicata, fatta di grandi appalti ma anche di possibile apertura ai privati.

Anche alla Rap sono arrivati due fedelissimi, ossia gli avvocati Alessandra Maniscalco Basile e Maurizio Miliziano. Componenti del cda dell’azienda dei rifiuti fra il 2016 e il 2017, i due legali sono tornati nel consiglio di amministrazione guidato da Giuseppe Norata e rappresentano, al momento, l’unico allargamento della governance delle aziende. Rimangono ancora in stand-by sia Amat che Amap, i cui presidenti sono comunque confermati: i cda sarebbero dovuti servire da camera di compensazione per i consiglieri orlandiani rimasti a bocca asciutta nell’ultimo rimpasto, anche se il caso di Rap non sembra indicare che la direzione sia questa.

Ma Orlando ha piazzato suoi fedelissimi anche al Teatro Massimo: qui il sindaco, che è anche presidente della fondazione, ha fortemente voluto la riconferma del sovrintendente Francesco Giambrone, arrivata nonostante le perplessità dell’ex ministro Bonisoli che si è però dovuto arrendere di fronte al coro unanime che dal mondo della cultura ha chiesto a gran voce che Giambrone restasse al suo posto. Il sindaco ha nominato nel cda anche l’avvocato Federico Ferina, nominato vicepresidente e proveniente dal Biondo, ma viene considerato vicino al Professore anche Daniele Ficola, nominato dal ministero pescando da una terna.

Gesap, Massimo, Sispi e Amap sono senza dubbio le realtà più floride nella galassia del Comune e, non a caso, sono quelle su cui il sindaco esercita un controllo diretto e totale, non lasciando nulla ai partiti che si sono dovuti accontentare di due società problematiche come Rap e Amat e della “sorella minore” Amg. Una linea che non dovrebbe mutare neanche col prossimo rimpasto: nonostante le perplessità dei partiti, il sindaco è deciso ad allargare la squadra a 11, quindi con tre posti in più. Tutti e tre destinati a fedelissimi del Professore (si fanno i nomi di Sergio Marino ed Emilio Arcuri), con la politica che resterebbe ancora una volta alla finestra.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI