Palermo, c'è un nuovo imputato per l'omicidio di Paolo La Rosa

Palermo, c’è un nuovo imputato per l’omicidio di Paolo La Rosa

Si tratta del cugino del giovane già condannato in primo grado ma senza aggravanti

PALERMO – Concorso in omicidio aggravato. C’è un altro imputato per la morte di Paolo La Rosa, ucciso a coltellate a Terrasini al culmine di una rissa davanti a una discoteca. Filippo Mulè è stato rinviato a giudizio dal giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello.

Mulè sarà giudicato della Corte di Assise di Palermo davanti alla quale, lo scorso marzo, il cugino, Piero Alberto Mulè, è stato condannato a 16 anni. Davanti ai giudici è caduta l’aggravante dei futili motivi e all’imputato sono state riconosciute le attenuanti generiche come equivalenti rispetto alle aggravanti. Il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Daniele Sansone avevano chiesto l’ergastolo.

Subito dopo la lettura del dispositivo nell’aula bunker del carcere Ucciardone si era sollevata la protesta. Parenti e amici di Paolo avevano urlato “vergogna, vergogna”.

Fu Mulè ad accoltellare La Rosa, nel febbraio 2020 all’uscita della discoteca “Millenium”, ma ha sempre detto di avere agito per difendersi (“Ha tagliato la giugulare a giro”: così è stato ucciso Paolo”). Il giudice per l’udienza preliminare Piergiorgio Morosini nei mesi scorsi aveva assolto dal reato di rissa aggravata Rosario Namio (poi condannato in appello) e restituito gli atti al pubblico ministero affinché riformulasse il campo di imputazione per Filippo Mulè in concorso in omicidio e non più nella meno grave ipotesi di favoreggiamento del cugino.

I familiari di Paolo, che aveva soli 21 anni, sono da sempre parte civile con l’assistenza degli avvocati Salvatore Palazzolo e Massimo Motisi (la lettera della mamma di Paolo).


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