PALERMO – Ci sono tre fermi per l’omicidio di ieri sera allo Sperone. Su ordine della Procura di Palermo i poliziotti della squadra mobile hanno fermato Camillo e Antonio Mira, padre e figlio. Il primo, 54 anni, sarebbe responsabile dell’omicidio di Giancarlo Romano, 37 anni, e del ferimento di Alessio Salvo Caruso, 29 anni. Anche quest’ultimo è in stato di fermo.
Per le strade del rione palermitano c’è stata una sparatoria: “Il contrasto che determina il conflitto a fuoco trae origine dal tentativo di estorsione sui proventi illeciti – spiegano gli inquirenti – generati dalle scommesse clandestine ed in particolare da un debito maturato dall’autore dell’omicidio nei confronti della vittima.
L’omicidio sarebbe stato preceduto da una lite sfociata nel sangue in una traversa di via XXVII Maggio, non lontano da corso dei Mille. Romano e Caruso erano andati in una sala scommesse per discutere di un debito maturato dall’autore del delitto nei confronti della vittima. Sarebbe nata una discussione con padre e figlio un primo scontro a fuoco in cui sarebbe stato protagonista Caruso. Sarebbero rimasti feriti un cliente e Camillo Mira che avrebbe reagito salendo a casa – abita nella strada del delitto – e armandosi con una pistola con cui avrebbe iniziato a fare fuoco.
Sull’asfalto è rimasto il cadavere di Romano, in passato vicino al boss di Corso dei Mille Antonio Lo Nigro, raggiunto da almeno tre colpi nella parte bassa del corpo. Caruso è stato operato all’ospedale Buccheri La Ferla. Avrebbero tentato di fuggire prima di essere colpiti.
La polizia scientifica avrebbe trovato bossoli di due calibri. Nella sparatoria sarebbero state usate due pistole entrambe trovate e sequestrate.