Palermo, pentito consegna lettera del boss: c'è scritto chi comanda

Palermo, il pentito consegna la lettera del boss: “C’è scritto chi comanda”

Francesco Terranova
L'episodio è avvenuto pochi mesi fa in carcere

PALERMO – La Procura di Palermo ha in mano una lettera. L’ha scritta un boss della nuova mafia. Fine luglio scorso. Francesco Terranova, mafioso di Villabate ormai deciso a collaborare con la giustizia, è seduto davanti ai pubblici ministeri Francesca Dessì e Francesca Mazzocco della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

La lettera “pieghettata”

Per dare prova della sua reale volontà di troncare i rapporti con Cosa Nostra tira fuori dalla tasca una lettera passata di mano in mano nel carcere Pagliarelli. Il mittente è Salvatore Lauricella, arrestato con l’accusa di avere preso le redini della famiglia mafiosa di Villabate. Lauricella tutto poteva immaginare fuorché il pentimento di Terranova: “Qualche mese e mezzo fa dal carcere lui al quarto piano e me l’ha mandata giùmi è arrivata tramite il lavorante… quello che distribuisce la spesa… tutta pieghettata, avvolta con dello scotch addirittura, è calabrese lui”.

La lettera di Salvatore Lauricella

Le identità nascoste

Nel foglietto, scritto a mano, c’è l’organigramma della famiglia mafiosa del popoloso centro alle porte di Palermo e probabilmente dei riferimenti su alcuni boss del capoluogo. Terranova spiega che prima di essere arrestato “Lauricella ha preso la posizione di spicco diciamo all’interno della famiglia di Villabate e mi rapportavo con lui. Si facevano delle estorsioni, si davano i compiti a Costa per distribuire i soldi per le famiglie detenute”. Giuseppe Costa è stato arrestato nel 2018, ma ci sono tanti nuovi nomi coperti da omissis.

Contatto dentro e fuori il carcere

“Lui (Lauricella ndr) voleva organizzare la famiglia – aggiunge Terranova -, la famiglia dice che viene sciolta, abolita, quindi lui si stava muovendo per riorganizzare. (Nella lettera ndr) ci sono i dettagli e c’è pure che lui va da Fumuso a parlare della situazione. Mi dice solo Nino Fumuso e poi credo che abbia parlato pure questo sempre dentro il carcere… che abbia parlato pure omissis… la risposta di Fumuso è positiva”. Chi c’è dietro l’identità nascosta? Quale detenuto ha dato il benestare a Lauricella?

Lauricella, figlio di Antonino (il boss del rione Kalsa di Palermo recentemente scomparso, nell’ottobre dell’anno scorso (come viene ricostruito qui) si è recato a casa del detenuto agli arresti domiciliari Francesco Antonio Fumuso, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Villabate. Gli espresse il malcontento che covava: “… sono due anni che i cristiani buttano voce”. Fumuso ne aveva parlato con Francesco Terranova: “… è venuto Francesco lui è stato seduto qua e io qua.. Francè facciamo riprendere sta neve perché non ce n’è cristiani che gli volevano dare la voce”.

“Mi voglio liberare”

Oggi Terranova conferma tutto e rilancia con la storia della lettera. “Mi voglio liberare di questa mafia e voglio dare una vita migliore ai miei figli e a mia moglie“, racconta ai pm. Terranova conosce i segreti della nuova mafia, ma può anche svelare quelli del passato. Negli anni Ottanta il territorio fra Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia fu soprannominato il “triangolo della morte”. I cadaveri si contarono a decine. Il primo episodio viene ricordato come il “venerdì nero” con cinque morti ammazzati in poche ore fra Palermo e Campofiorito. Era il 1981, Terranova era ancora un bambino ma certi segreti si tramandano.

“Io sono stato combinato nel 2009 – mette a verbale ora Terranova -, sono sempre stato un semplice soldato anche se potevo dire qualche parola in più visto diciamo la mia carcerazione, visto l’amicizia che avevo con D’Agati (Giovanni D’Agati ndr) con Messicati (Antonio Messicati Vitale, ndr) e poi qualche altro. Il mio ruolo fondamentale diciamo era quello di essere il più classico uomo d’onore, potevo spostarmi… le decisioni le prendeva Lauricella”. Lauricella con cui si era incontrato in un bar “per organizzare la famiglia dopo il pentimento di Colletti (Francesco Colletti ndr)”. C’era il via libera di “vari mandamenti” e di gente importante dal carcere. Anche di loro il neo pentito conosce nomi e ruoli.


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