Palermo, "pronto, ti amo". Truffa da 40mila euro a un professionista

“Pronto, ti amo”. Professionista sedotto, ma lei gli spilla 40 mila euro

Lui era pronto a separarsi dalla moglie

PALERMO – Sedotto e truffato. È una storia che parte da Roma e approda a Palermo. Di un uomo che si innamora, mette in gioco la propria vita e finisce nelle rete di una donna che ha il solo obiettivo di spillargli del denaro. Il conteggio finale supera i 40 mila euro.

M.M., di professione ingegnere, conosce la donna in un sito di incontri. Si fa chiamare Monia. Ricorda la data perché era l’11 luglio 2021, la sera del trionfo dell’Italia agli Europei di calcio. È un uomo sposato e lo considera un passatempo. Monia gli dice che abita a Cinisi, in provincia di Palermo. È stata lei a visitare il profilo dell’ingegnere. C’è una netta differenza di età. Lui 66 anni, lei 36.

“Nacque una simpatia, soprattutto per l’amabilità della conversazione. La ragazza mi aveva detto che quel giorno sarebbe stato per lei l’ultimo di iscrizione al sito – racconta ora M.M.-, aveva il desiderio di abbandonare perché le conversazioni che aveva avuto erano ineducate, aggressive e sconce”.

Si scambiano i numeri di telefono. Iniziano a chiamarsi e a chattare via WhatsApp. Monia racconta di essere una ragazza madre. Vive con la figlia Sofia di 5 anni e la mamma Adele, la cui pensione di 400 euro è l’unico mezzo di sostentamento. M.M. si intenerisce a il 15 luglio “faccio il mio primo bonifico di 250 euro. I suoi racconti mi avevano toccato, questa bambina non aveva mai potuto festeggiare un compleanno”.

Di bonifici ne seguono altri: 250 euro per i vestiti della bimba, 270 per l’assicurazione della macchina e così via in un crescendo di richieste appena accennate. Basta sussurrarle, ormai sa quali corde toccare dell’animo nobile dell’ingegnere. “A fine agosto si presenta un problema di cui mai si era parlato prima. Monia e la sua famiglia stavano per essere buttati fuori di casa, perché erano morosi da mesi e mesi. Non avevano potuto pagare l’affitto – racconta -. Il padrone di casa voleva essere saldato altrimenti avrebbe proceduto con il cacciarle di casa. Questa casa mi si dice essere di proprietà del padre di una persona con la quale Monia aveva avuto una relazione dopo che aveva avuto la bambina. Per evitare l’umiliazione di essere cacciata di casa anche questa volta mi offro di aiutarla con un prestito di 2.500 euro”.

Altri tremila glieli regala per riparare la macchina, 2.600 per pagare l’affitto della nuova casa e il trasloco avvenuto nel gennaio 2022, 1.200 per togliere il fermo amministrativo alla macchina, 1.300 per contribuire all’acquisto di un nuovo mezzo.

Nel frattempo l’ingegnere inizia a parlare al telefono anche con la piccola Sofia: “Era un bellissimo rapporto. Mi sentivo il suo papà”. M.M. vuole che madre e figlia diventino parte della sua vita. Ha deciso di separarsi dalla moglie. Nel frattempo continua a sobbarcarsi spese su spese, come quelle per fare diplomare Monia in una scuola privata affinché possa essere assunta dalla titolare di un patronato che le ha offerto un posto di lavoro. Quanto sono belli i momenti in cui le spiega al telefono come risolvere i problemi di matematica.

L’ingegnere trascorre molto tempo lontano dalla moglie perché deve prendersi cura di una parente gravemente malata. “Mia moglie mi ha scoperto – racconta -. Ero messo in mezzo, da una parte mia moglie che mi premeva perché interrompessi questa relazione, dall’altra parte Monia che mi accusava di non amarla, di trattarla non come compagna, che non desideravo averla nella mia vita”.

Quando decide che vuole vivere con Monia ed è pronto a trasferirsi a Cinisi arriva la notizia che gli fa aprire gli occhi ma al contempo sprofondare nello sconforto. “Il giorno 31 marzo 2023 leggo una lettera inviatami dal legale di mia moglie che asserisce che questa Monia non esiste- spiega -. Mi rendo conto di essere stato continuamente ingannato. Chiamo la donna. Mi dice di essere una ragazza madre, di avere un figlio di 26 anni, che Sofia non è sua figlia. Mi implora di non denunciarla, in quanto se l’uomo del quale è succube venisse a conoscenza di questa storia accadrebbero cose di inaudita ferocia e cattiveria verso tutte le persone coinvolte in questa storia”.

Ora è l’ingegnere a decidere di raccontare la sua storia. Ha ricucito il rapporto con la moglie, la prima a capire e a mostrargli comprensione. Ha denunciato la truffa affidandosi agli avvocati Nicola Zanin e Antonio Fabbricatore. Il fascicolo nei mesi scorsi è stato trasferito per competenza da Roma a Palermo perché a Palermo vive la donna che si spacciava per Monia. Non sarebbe la prima volta che finisce sotto accusa. Altri uomini sono caduti nella sua rete.



Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI