Palermo, reddito di cittadinanza: arresti alla "centrale dei falsi" - Live Sicilia

Palermo, reddito di cittadinanza: arresti alla “centrale dei falsi”

Blitz in un Caf all'Arenella: 93 indagati
MAXI INCHIESTA
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PALERMO – L’addetta allo sportello dell’anagrafe comunale ha respinto la richiesta giunta alla sua e mail. “Cento vanno bene?”, c’era scritto. La donna non solo ha resistito, ma ha pure denunciato. A lei si è aggiunta una collaboratrice amministrativa che ha notato una serie di anomalie nelle pratiche per il reddito di cittadinanza che arrivavano da un unico Caf.

I nomi e le accuse

Stamani il blitz: agli arresti domiciliari finisce Francesco Tuttoilmondo, 47 anni, indagato per istigazione alla corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Sotto sequestro il Caf “Centro Raccolta Arenella” di via Cardinale San Felice e 620 mila euro considerati il profitto dei reati ipotizzati. Il Caf faceva parte del circuito Acli, ma due anni fa i vertici dell’associazione hanno deciso di cessare ogni rapporto di collaborazione con lo stesso, invitandolo a rimuovere anche l’insegna Acli. “Francesco Tuttolimondo non si è mai visto e conosciuto prima, né è mai stato un gestore del Caf Acli. Peraltro, si rileva che due anni fa circa i vertici dell’associazione provinciale di Palermo hanno deciso di cessare ogni rapporto di collaborazione con il centro raccolta Arenella, invitandolo a rimuovere anche l’insegna Acli”, dicono in una nota il presidente dell’Acli palermitane Antonino Tranchina e il vicepresidente Francesco Todaro.

Le indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo (Gruppo Tutela Spesa Pubblica), guidato dal colonnello Gianluca Angelini e coordinate dalla Procura della Repubblica, avrebbero smascherato la centrale per la “falsificazione” delle pratiche per il reddito di cittadinanza. Dichiarazioni di residenza, iscrizione anagrafica ai fini Tari, contratti di locazione: la documentazione veniva costruita su misura e inviata telematicamente alle postazioni territoriali dell’anagrafe per il cambio di domicilio. L’obiettivo sarebbe stato nascondere il reale reddito del nucleo familiare di appartenenza e la presenza di condannati per reati gravi. Altrimenti le domande sarebbero state cassate.

Una maxi inchiesta

Tuttoilmondo, impiegato della società partecipata regionale Sas (Servizi ausiliari Sicilia), attraverso lo schermo giuridico del Caf, avrebbe predisposto la documentazione falsa a beneficio di un’ampia platea di “clienti”. In cambio avrebbe ricevuto per ogni pratica un compenso economico. Ne è venuta fuori una maxi inchiesta. Gli indagati sono 93, di cui 53 indebitamente beneficiari del reddito di cittadinanza. I sostegni economici incassati e non dovuti ammonterebbero a 620 mila euro. Il lavoro del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido va avanti. Bisogna passare al setaccio una montagna di pratiche.


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