PALERMO – La Digos ha stilato un’informativa sugli scontri del 23 maggio e l’ha consegnata in Procura.
Ricostruisce quanto è accaduto mentre a poche centinaia di metri, sotto l’albero Falcone in via Notarbartolo, venivano commemorate le vittime della strage di Capaci.
I poliziotti indicano circostanze, nomi e possibili notizie di reato. Sarà l’ufficio guidato dal procuratore Maurizio de Lucia a valutare eventuali iscrizioni nel registro degli indagati.
Un raggruppamento di associazioni studentesche guidate da “Our voice”, Cgil, Agende rosse, uomini e donne ha deciso di organizzare un corteo alternativo rispetto a quello ufficiale. “Non siete Stato voi, ma siete stati voi”, era lo slogan.
La questura aveva dato il via libera, indicando il percorso da seguire e gli orari da rispettare. Obiettivo: “Non dovrà essere arrecato disturbo o qualsiasi altra turbativa alla cerimonia che avrà luogo”.
La testa del corteo ha provato a forzare il blocco ed è stato fermato con le maniere forti prima di arrivare all’albero Falcone in via Notarbartolo.
“Molti di noi sono stati duramente colpiti a manganellate, altri buttati a terra e immobilizzati, nonostante fossero inermi, e altri ancora spinti violentemente: il tutto causando loro fratture e lesioni”, hanno detto i manifestanti.
In ospedale ci sono finiti anche tre poliziotti. La questura a fine giornata aveva diramati una nota: “È in corso l’analisi delle immagini al fine di ricostruire puntualmente i fatti, delineare i profili di responsabilità penalmente rilevanti ed individuare i responsabili dei disordini che hanno portato al ferimento di tre poliziotti, proprio nel giorno in cui tutto il Paese fa memoria e ricordo di tre poliziotti caduti per fare il loro dovere”.
La ricostruzione della Digos è stata completata e consegnata alla Procura della Repubblica.