Palermo, cade l'accusa di stupro: assolto il ras della droga allo Zen

Palermo, cade l’accusa di stupro: assolto il ras della droga allo Zen

Una ragazza denunciò di essere stata violentata nel parcheggio di una discoteca

PALERMO – La richiesta di pena era pesantissima: 9 anni di carcere. Il Tribunale ha mandato assolto Khemais Lausgi, imputato per violenza sessuale.

Era accusato di avere violentato una donna nel parcheggio di una discoteca (la Mob Disco Theatre di Villagrazia di Carini), la notte tra il 18 e 19 novembre del 2017.

Alì il turco

Khemais Lausgi, 32 anni, conosciuto come Gabriele Alì detto “il turco”, è già noto alle cronache giudiziarie. Era diventato il ras della droga allo Zen. La finanza gli ha pure sequestrato una villa con piscina (guarda le immagini). Nel 2016 era stato ferito a coltellate tra i palazzi dello Zen.

Non ha retto al vaglio del tribunale l’ipotesi che la donna, sotto l’effetto di alcool e droga, fosse stata trascinata in auto, violentata da più persone e abbandonata nel parcheggio. Soccorsa da alcuni giovani, aveva chiesto di essere accompagnata a una festa nella vicina Balestrate, nel residence Valle Dorata, dove diceva di avere un appuntamento con un’amica.

Intorno alle 8 del mattino ha bussato e i partecipanti alla festa, che l’hanno vista scossa e con escoriazioni sul corpo, hanno chiamato i sanitari del 118 che l’hanno portata all’ospedale di Partinico. I carabinieri passarono al setaccio le foto scattate da un fotografo durante la serata in discoteca.

“Rapporto consenziente”

Le immagini, il racconto della donna e l’analisi delle celle tefefoniche portarono all’arresto di Lausgi. L’imputato, difeso dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Riccardo Bellotta, ha sempre negato ogni responsabilità.

Ha sostenuto di aver avuto un rapporto sessuale consenziente con la donna. Ecco perché il suo Dna fu ritrovato sugli indumenti della vittima.

Lausgi dal canto suo non ha mai negato di essere stato quella sera in quella discoteca, ma ha sostenuto di essere andato via prima delle 4.


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