Tari, "caccia" a oltre 10 milioni | A marzo pronte 12mila lettere - Live Sicilia

Tari, “caccia” a oltre 10 milioni | A marzo pronte 12mila lettere

La mappa dei "furbetti" della tassa, quartiere per quartiere

I numeri dell'evasione

PALERMO – Oltre 10 milioni di euro da quasi 4 mila cittadini e 8 mila aziende, concentrati soprattutto nelle zone Borgo Vecchio-Principe di Scordia, Mondello, Croci, San Lorenzo e Ruggero Settimo: tanto il comune di Palermo spera di incassare grazie alle lettere e alle e-mail che partiranno dal primo marzo e che riguardano la Tari non pagata nel 2018. La tassa sui rifiuti è infatti uno dei talloni di Achille della quinta città d’Italia: è il tributo che frutta di più ma anche quello che conta più “furbetti”, se si pensa che in media un palermitano su tre non paga quanto dovuto.

Un mal costume che l’amministrazione Orlando sta provando a contrastare in tutti i modi, anche con uno “sconto” sulle sanzioni. Da marzo il Comune inizierà infatti a inviare lettere cartacee alle utenze domestiche e Pec a quelle non domestiche per convincere 11.772 mila soggetti a mettersi in regola, per un totale di 10,4 milioni di euro: si tratta di coloro che nel 2018 non hanno pagato la Tari e hanno un debito di oltre 500 euro. Insomma, si parte dagli evasori più grandi per poi passare a quelli più piccoli.

“Perché sia possibile pagare meno, è necessario che tutti paghino e che non ci siano ‘furbetti’ e ‘furboni’ – spiega il sindaco Leoluca Orlando – Anche per questo motivo l’operazione che partirà fra qualche giorno sarà rivolta a coloro che hanno debiti maggiori. Il lavoro svolto in questi anni per il contrasto all’evasione si è mosso su un doppio binario: maggiore dialogo con i cittadini e migliori strumenti per evitare il ricorso al contenzioso legale da un lato, caccia serrata agli evasori incalliti dall’altro. Un lavoro che ha dato i suoi frutti, come testimonia la crescita della riscossione”.

Il Comune prova anzitutto a usare le “buone maniere” con chi non ha pagato nel 2018, con mail e lettere che inviteranno aziende e cittadini a saldare quanto dovuto con sanzioni minime: il 4,29% in più (anziché il 30%) per chi non ha pagato l’acconto di aprile 2018 e il 3,75% (anziché il 30%) per chi non ha pagato il saldo a ottobre 2018. Per chi si ostinerà a non pagare, scatterà l’accertamento che poi si trasforma in una cartella esattoriale.

I grandi evasori, cioè quelli che hanno un debito superiore a 500 euro, sono sparsi in tutta la città, anche se alcuni quartieri fanno segnare dei picchi. Degli 11.772 soggetti che riceveranno mail e lettere, ben 1.364 sono nella zona Resuttana, di cui 963 aziende e 401 cittadini; 1.261 tra Croci e Ruggero Settimo, con 1.014 utenze non domestiche e 247 domestiche; 1.140 tra Borgo Vecchio e via Principe di Scordia, divisi fra 817 non domestiche e 323 domestiche; 1.077 a Partanna e Mondello con 690 domestiche e 387 non domestiche. Cambia la classifica se si considera il debito accumulato: in questo caso al primo posto c’è Borgo Vecchio-Scordia con 1,3 milioni di euro, 1,1 milioni a Resuttana, poco più di un milione per Partanna, San Lorenzo e Ruggero Settimo. Numeri decisamente inferiori per altre zone della città: Marchese di Villabianca-Sampolo non ha pagato 700 mila euro, stessa cifra per Villa Sperlinga, Montepellegrino si ferma a 625 mila euro, Vittorio Veneto a 550 mila euro, Principe di Palagonia e Tommaso Natale-Cardillo a mezzo milione, Notarbartolo a 446 mila, Malaspina-Leonardo Da Vinci a 360 mila, Villa Tascaa 272 mila. Chiude Sferracavallo con appena 145 mila euro. Se si prendono invece in considerazione i soggetti, la maggior evasione delle utenze non domestiche si registra tra Borgo Vecchio e Scordia, dove supera il milione di euro; per le domestiche, il primato negativo va a Partanna e Mondello con 332 mila euro. Guardando invece al numero di soggetti, le aziende sono di più fra Croci e Ruggero Settimo (1.014) e per i privati cittadini sale sul podio Partanna con 690. I minori tassi di evasione si registrano invece a Sferracavallo con 226 soggetti e a Villa Tasca con 308.

Un problema annoso, quello della Tari, se si considera che il Comune, ogni anno, dovrebbe incassare 122 milioni di euro lordi ma in media un terzo dei soldi non arriva in tempo. Dopo cinque anni scatta la prescrizione e il problema, spesso, è l’imbuto che si crea tra l’invio degli avvisi dell’anno in corso e quello degli anni precedenti, con gli uffici che si ritrovano ingolfati e i crediti che slittano all’anno successivo, cosa che ha spesso provocato le bacchettate della Corte dei Conti. Per questo Palazzo delle Aquile ha deciso di cambiare registro: gli avvisi degli anni precedenti, ossia dal 2017 a ritroso e che valgono 34 milioni di euro (questo l’incasso previsto nel bilancio 2019), vengono inviati di mese in mese; quelli del 2018 inizieranno il primo marzo, per evitare di sovrapporsi all’acconto di aprile, e per chi non aderirà da metà maggio scatteranno gli accertamenti. In questo modo l’operazione sul 2018 dovrebbe concludersi a settembre 2019, consentendo a chi sceglie di rateizzare (parliamo di chi non ha pagato e non si è ravveduto in modo spontaneo) di pagare tutto entro l’anno, così da non far slittare le somme al 2020.

“Continua l’opera di ammodernamento dei servizi fiscali per agevolare i pagamenti dei tributi dovuti – dice l’assessore Gentile – Dopo che nel 2018 è entrato in vigore l’innovativo regolamento sul ravvedimento operoso che consente ai cittadini di prevenire gli accertamenti e adempiere anche in ritardo con sanzioni minime, anche quest’anno il Comune ha deciso di concedere un’ulteriore possibilità prima di notificare gli avvisi di accertamento per omesso pagamento della Tari 2018 e procedere al recupero coattivo delle somme, con aggravio di sanzioni ed interessi. Nei confronti di coloro che continuano a non pagare e danneggiare la comunità, il settore Tributi provvederà alla successiva notifica degli avvisi di accertamento con l’applicazione delle sanzioni nella misura intera”.

Il Comune sta ancora calcolando quanto ha incassato in modo definitivo nel 2018, ma le rateizzazioni in aumento fanno ben sperare. Chi vuole correggere dei dati senza fare la fila agli sportelli o sapere quanto pagherà, può consultare il sito del comune dotato di una calcolatrice Tari e di un modulo da compilare on line; la calcolatrice consente di pagare telematicamente o di stampare il modello F24 precompilato e utilizzabile in banca, in posta o tramite i servizi di home banking.


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