Palermo, tentò di uccidere un medico al Cervello: patteggia 5 anni

“Tentò di uccidere un medico con un taglierino”: patteggia 5 anni

Il sangue sul pavimento dopo l'aggressione

Commenti

    5 anni ?!! io gli avrei dato almeno 20 anni di carcere .

    Patteggia 5 anni?…..Potevano candidarlo alle Europee!!! Sarebbe stato più giusto, no?….

    Purtroppo, uno degli aspetti della malasanità riguarda l’approccio dei sanitari con i pazienti e con i parenti di questi ultimi.
    A scanso di equivoci, voglio precisare che non ammetto e non giustifico alcuna forma di violenza, né verbale né, tanto meno, fisica. E’ senz’altro verso che, in talune circostanze, le reazioni relative ad un disservizio della sanità, o presunto tale, sono scomposte e fuor di luogo, partendo dall’errato presupposto che le proprie ragioni, vere o presunte, devono essere fatte valere, se è il caso con la forza e, quindi, con le aggressioni. Non vi è alcuna giustificazione, dicevo prima: chiunque esso sia l’autore della prevaricazione (sia verbale sia fisica), non è giustificato e non è giustificabile; non importa il tessuto sociale di riferimento, non importa lo spessore morale, non importa se presenta uno stato di salute precario. A prescindere dal fatto che la violenza mai è giustificabile, bisogna anche dire che nella maggior parte dei casi in cui la sanità funziona male, la vera responsabilità non è certo dei sanitari, ma sicuramente dalle Istituzioni che, in materia, hanno condotte vergognose. Purtroppo, accade spesso anche che qualche “dottoruccio” indossa il camice dell’”’onnipotenza” e, nel suo delirio comportamentale, soprattutto nelle strutture ospedaliere pubbliche, provoca la reazione di qualche paziente che, avvilito e stressato (oltre che fortemente impaurito per lo stato di salute, quindi emotivamente molto coinvolto), perde la ragione e, come dicevo, ha reazioni scomposte ed aggressive (ripeto, che NON giustifico) che “inquinano” il problema, ripeto, a mio avviso, riconducibile alla mala gestio da parte delle Istituzioni. Proprio in estate mi era capitato, in un ospedale pubblico palermitano, nell’unico orario di visita possibile (visita consentita soltanto dalle ore 18,00 alle ore 19,00) di chiedere al medico di turno informazioni sulla zia (deceduta qualche giorno dopo) in merito alla calendarizzazione di terapia di dialisi e come “risposta” da costui ho ricevuto un’aggressione verbale in quanto lo stavo disturbando nel momento in cui stava consumando il suo pasto. In verità, sono rimasto sgomento e senza parole: meritava, senza alcuna attenuante, una denuncia, ma sono certo che se si fosse permesso di rispondere in questo modo a quanti amano farsi giustizia da sé, in ossequio ai principi riconducibili alla giustizia sommaria, lo avrebbero “fottuto a legnate”. Certamente, violenza da condannare, ma il giorno dopo i giornali avrebbero riportato la notizia che “un medico dell’ospedale è stato aggredito”. Fare di tutta un’erba un fascio, è fuorviante e pericoloso.

    In Italia la legge non funziona per questi accordi,concordati,patteggiamenti ecc. che si fanno col giudice,Hai ferito una persoma: 10 anni carcere e via. I processi sarebbero velocissimi e chi giudica una persona normale che fa applicare la legge.
    Troppi interessi,troppe parcelle.

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