Siciliane tra fallimenti e speranze | Quando il pallone è in tribunale - Live Sicilia

Siciliane tra fallimenti e speranze | Quando il pallone è in tribunale

I destini in bilico di Palermo, Catania, Trapani e Messina. Il triste addio dell'Akragas.

PALERMO – Un’estate rovente, quella che sta investendo da vicino il calcio siciliano in un turbinio di attese, di rumors e di veri e propri conti alla rovescia verso sentenze e decisioni che rischiano di rivoluzionare in maniera pesante il destino delle squadre più importanti dell’isola. Dalla speranza di rivedere la serie A al timore – più o meno fondato – di veder sparire la squadra più importante di una grande città, passando per iscrizioni ai campionati effettuate per il rotto della cuffia e altri momenti di passione per tifosi, dirigenti, presidenti e proprietari. Questo e altro è successo e dovrà ancora succedere per – andando in ordine di categoria – Palermo, Catania, Trapani, Messina e Akragas. Cinque società, cinque città che aspettano e sperano, ma anche cinque destini diversi e altrettanti scenari che potrebbero cambiare da un momento all’altro, oscillando tra la trepidante attesa e un mix di entusiasmo e adrenalina.

Quella del Palermo è la prima situazione ancora in pendenza, e che per il momento fa tenere il fiato sospeso ai tifosi. La delusione per l’epilogo del campionato è ancora forte, i palloni arrivati al centro del campo dello “Stirpe” di Frosinone sono un’immagine che ancora viaggia negli occhi e nella mente dei giocatori, dei dirigenti e dei tifosi, anche nel ritiro di Sappada. Ma la speranza è ancora accesa per quanto sta accadendo al Parma, travolta dall’indagine relativa alla gara contro lo Spezia, decisiva per l’approdo dei ducali in serie A. La richiesta del Tribunale del FIGC di infliggere una penalizzazione di 2 punti ai gialloblu potrebbe catapultare i rosa in serie A: l’attesa è sempre più alta, lo slittamento della sentenza di primo grado al 22 luglio fa in un certo senso ben sperare. Ma la strada, qualora quella intrapresa fosse questa, sarà ancora lunga e passerà attraverso altri due gradi di giudizio, oltre a tanti giorni tra una sentenza e l’altra. Ma Palermo a questo punto, spera e ne ha tutto il diritto.

Quasi sullo stesso piano si trova il Catania, ancora in bilico tra la necessità di programmare una stazione e la speranza di fare un imprevisto salto in avanti. Anche in questo caso c’è da smaltire la delusione per l’amaro epilogo dello scorso campionato, con il Siena che è venuto a prendersi al “Massimino” il pass per la finale playoff, poi persa col Cosenza. Ma il terremoto che sta travolgendo il campionato di serie B ha riaperto degli scenari impensabili fino a qualche giorno fa. Ben tre squadre (Avellino, Bari e Cesena) non si iscriveranno, e nella graduatoria stilata dalla FIGC per la richiesta dei ripescaggi i rossoazzurri si trovano al secondo posto alle spalle del Novara, club che avrebbe difatti un piede e mezzo in quella cadetteria persa poco più di un mese fa. Dunque, ci sono tutti gli ingredienti per sognare il ritorno in serie B, dopo le tante tribolazioni derivate da “I treni del gol” e il ridimensionamento sul piano tecnico ed economico che ne è conseguito.

Sulla via della risoluzione, invece, la situazione di un Trapani i cui tifosi hanno visto le streghe per diversi giorni. Il destino legato a doppio filo tra il club granata e la società Liberty Lines, entrambe di proprietà della famiglia Morace, ha quasi messo a rischio l’esistenza del calcio in città. Un ultimo sforzo di grande coraggio e amore da parte del Comandante ha consentito al club di effettuare l’iscrizione in serie C, e soprattutto di poter condurre con le proprie (poche) forze le prime settimane verso l’inizio della nuova stagione. Il tutto nonostante una serie di accuse e di rumors circolati nei giorni scorsi, in cui sembrava che il Covisoc non ritenesse tutto a norma per quanto riguarda il futuro societario dei granata. Ma il Trapani, attraverso le ultime dichiarazioni ufficiali, ha anche ribadito l’intenzione di ascoltare offerte serie e concrete per restituire alla piazza e al club quella dimensione appena accarezzata un paio di anni fa, quando solo un gol ha negato la storica promozione tra i grandi.

Continua a navigare in acque agitate, invece, il Messina. La figura del patron Pietro Sciotto, più volte attaccata dalla tifoseria peloritana dopo aver disatteso quasi del tutto le attese e le aspettative nello scorso campionato, ora continua a vacillare a causa della mancanza quasi totale di un progetto tecnico, oltre che societario, dello spessore che merita la piazza dello Stretto. La mancata cessione del club dopo lunghe trattative con diverse cordate, ha anche in questo caso messo a rischio l’iscrizione della squadra giallorossa al campionato di serie D, vista anche la deadline imposta dallo stesso Sciotto al 30 giugno per completare l’iter per la cessione. Alla fine, però, il patron ha optato per il mantenimento dell’attuale assetto societario che lo vede proprietario di un club che attrae davvero poca fiducia da parte del pubblico. Tuttavia il Messina è salvo, nonostante non sia stata presa in considerazione la fusione con il Città di Messina, squadra neopromossa in D e in grado di fornire ulteriore spinta sul piano economico.

Ma se le realtà di cui abbiamo raccontato finora possono ancora vantare una squadra di calcio in grado di far sognare la gente di un’intera città, lo stesso purtroppo non si può dire per Agrigento. L’Akragas ha infatti conosciuto la traumatica esperienza della sparizione dal calcio nazionale, dopo una stagione come quella precedente in cui la situazione si è fatta sempre più pesante, soprattutto dopo la sparizione dai radar societari di Marcello Giavarini, socio principale del patron Silvio Alessi. Costretto a portare avanti la baracca da solo, Alessi non è riuscito ad adempiere in tempo ai suoi obblighi societari, portando la squadra biancazzurra a retrocedere in serie D, ma anche ad una vera e propria corsa contro il tempo per mantenere il club in vita. Ma anche dopo la fumata nera per la trattativa per la cessione alla cordata iraniana, guidata dall’imprenditore Karimouee, in casa Akragas è calato il sipario in maniera definitiva. Sparisce così un grande punto di riferimento del calcio siciliano.


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